Si definiscono “grandi invisibili”, sono stati tra i primi a fermarsi quando è scattato lo stop alle attività ritenute non essenziali, e probabilmente, stando così le cose, saranno tra gli ultimi a riaccendere i motori. Parliamo delle aziende del trasporto non di linea, i noleggio con conducente, i vettori che portano in giro i turisti nelle escursioni dei gruppi organizzati, giusto per fare un esempio.

Nei giorni scorsi abbiamo raccolto più volte la loro richiesta di aiuto e di intervento repentino, in ballo ci sono 6mila aziende, 25mila lavoratori, stando ai numeri forniti da Federnoleggio e altre associazioni di categoria.

Come annunciato nei giorni scorsi, oggi è andata in scena la protesta degli operatori, accusano Governo e Istituzioni locali di averli completamente dimenticati, loro fermi a motore spento mentre, per esempio, gli aerei hanno ripreso a volare da e per la Puglia, ma non solo ovviamente.

Da solo, l’intero settore vale qualcosa come 2,5 miliardi di euro, eppure non tutti hanno ancora ricevuto la cassa integrazione, o altre forme di sostegno varate in questa emergenza sanitaria per il coronavirus.

In corteo già dalle corsie della ss16, a colpi di clacson, hanno sfilato attraversando le vie del centro di Bari fino alla sede della Regione Puglia. Rivendicano la loro importanza per l’economia del sistema Paese, chiedono di poter tornare a operare, anche non tutti sono certi di farcela avendo perso centinaia di migliaia di euro, tra mancato fatturato e contributi di sostegno non ricevuti.

La richiesta niente affatto velata è di puntare con forza sul rilancio del turismo, essenziale per la sopravvivenza delle aziende al momento costrette a stare ferme, coi mezzi chiusi in garage e io dipendenti a casa.