Se alla Bosch è scoppiata la guerra delle tessere, in Magna (ex Getrag) siamo alla resa dei conti finale. A morte Sansone e tutti i Filistei, senza tenere in considerazione quanti operai resteranno per strada feriti o peggio ancora morti. La notizia era nell’aria, ma in queste ore è diventata ufficiale: i rappresentanti sindacali unitari (Rsu) Fiom Cgil e Fim Cisl si sono dimessi.

Prima di raccontare alcuni retroscena, va sottolineata la preoccupazione dei lavoratori, sempre meno centrali nelle moderne politiche sindacali, dirette soprattutto nella direzione della becera corsa a prebende e benefit da parte dei singoli. Certo, ci sono eccezioni, ma la situazione generale è da voltastomaco.

Mercedes e Renault avrebbero già comunicato a Magna una riduzione di volumi produttivi e quindi complessivamente pare che possano essere confezionati 120mila cambi per auto in meno fino al prossimo mese di dicembre. Poi si vedrà. Questo ha portato l’azienda a usufruire di sei giorni di cassa integrazione a giugno. Si lavora sei ore al giorno dal martedì al venerdì. L’azienda, però, ha proposto un cambio di organizzazione e intende passare a 5 giorni lavorativi su turni di 8 ore in vista dello scorrimento. La stragrande maggioranza della popolazione aziendale è contraria, ma pare che il destino sia segnato.

La mancanza di dialogo, le lacerazioni interne ad alcuni sindacati e la scalata alle tessere avviata da altri, rende lo scenario particolarmente teso, senza tuttavia dare risposte ai preoccupati lavoratori. La riduzione dei volumi porta con sé un’eredità drammatica per chi ha cementato il consenso sulla cosiddetta “gibbanza”. Parliamo dei lavoratori interinali. Molti non sono rientrati, altri hanno il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Senza quella forza lavoro occasionale e ricattabile, certi sindacalisti hanno visto franare il terreno sotto i propri piedi.

I primi a dimettersi sono stati in blocco quelli della Fim Cisl. “In data odierna, la Direzione aziendale ha comunicato che la delegazione Rsu della Fim ha rassegnato le dimissioni dall’incarico Rsu e Rls – si legge nella nota inviata attraverso un messaggio whatsapp -. Nelle prossime ore l’Azienda contatterà la commissione elettorale per comprendere se la segreteria Fim nominerà le nuove Rsu e Rls Fim. Nel frattempo la stessa Direzione aziendale ha comunicato che i tavoli sindacali sono sospesi fino a nuove evoluzioni o nuove nomine”.

Subito dopo è arrivata la comunicazione delle dimissioni relativa ai tre Rsu Fiom Cgil che, stando ad alcune indiscrezioni, non avrebbero neppure informato il loro segretario provinciale. Una scelta presa forse perché ancora legati a Saverio Gramegna, l’ex segretario generale della Fiom Cgil Bari e al suo vice Corrado Breglie, entrambi tornati a lavorare nello stabilimento Magna dal ottobre scorso. Sulle dimissioni dei due girano molte voci, ma Ciro D’Alessio, attuale segretario Fiom di Bari esclude categoricamente che possano essere stati cacciati dal sindacato e che quest’ultimo possa averli portati in Tribunale. Resta comunque la domanda che in tanti si pongono: perché l’ex segretario Gramegna sta transitando nella Uil di Busto e Falcetta?

Ripiego, ripicca nei confronti degli ex compagni di sindacato o la restituzione nella forma della transumanza di tessere per qualche tipo di favore ricevuto? La situazione è tesa e in un momento di grande incertezza per il comparto metalmeccanico barese, il comportamento dei sindacati non giova a ripristinare un minino di tranquillità. Al contrario, il clima da guerriglia che si respira in diverse aziende della zona industriale, non fa altro che esacerbare gli animi.

In attesa di commenti e precisazioni da chi è coinvolto in questo “valzer del vomito”, detto anche il ballo dei traditori, riportiamo la nota dei dimissionari Rsu Fim Cisl. In tanti anni di militanza sindacale ci hanno sempre insegnato il senso del gergo “sindacato” ovvero sindacare, contrattare e mediare. Scopriamo invece oggi che tutto ciò non serve più, ovvero quando la controparte ci convoca ai tavoli per gestire un problema invece che sedersi e contrattare, sindacare o mediare, facciamo prima a dire io non sono d’accordo e scappare dall’affrontare i problemi. Tutto ciò è quello che sta avvenendo in Magna, dove praticamente ad invito da parte aziendale a discutere del crollo dei volumi da produrre ci si estranea dai problemi affermando di non voler discutere. E discutere poi di cosa? Dell’unico argomento che non è fonte di contrattazione poiché l’unica cosa che è in capo all’azienda e non è motivo di contrattazione è la organizzazione del lavoro. La quale in questo caso la si potrebbe anche eventualmente discutere se ci fosse la volontà di andare ai tavoli senza pregiudizi di parte alcuna. Vista la totale assenza di tutto ciò, visto il cavalcare della demagogia e del populismo a spron battuto, visto il nebuloso percorso di parte dell’attuale Rsu, siamo sempre più convinti che la soluzione migliore siano le dimissioni della nostra componente Rsu Fim, pertanto in data odierna la Rsu Fim consegna al Presidente della Commissione elettorale le proprie irrevocabili dimissioni, Così togliamo a chiunque l’alibi di poter dire come abbiamo già sentito di essere favorevoli a prescindere al cambio di profilo orario. Vediamo cosa saranno capaci di fare i nostri adorabili colleghi. A breve per ulteriori notizie.