“Ho sempre pensato che fosse solo un grande equivoco, un errore di interpretazione estremamente restrittivo della legge da parte dell’azienda, e alla fine così è stato”. L’entusiasmo di Giovanni Bello è ancora fresco e si sente dalla voce, la sentenza del Giudice del Lavoro, che lo ha reintegrato quale direttore dello store di laFeltrinelli in via Melo a Bari dopo 9 mesi dal suo allontanamento, è di pochissimi giorni fa, tanto che per i soliti tempi tecnici, non è ancora tornato al suo posto.

La storia di Giovanni è singolare, nel senso letterale del termine. Dopo anni alle dipendenze del colosso, a fine novembre 2018 è stato licenziato. Il motivo, andando al nocciolo della questione, è l’aver fatto ricorso agli straordinari nonostante il personale del punto vendita fosse soggetto in quel momento al contratto di Solidarietà. Un fatto giudicato gravissimo dall’azienda, anche perché, questo il punto, per laFeltrinelli si tratta di una condotta illegale.

In realtà la giurisprudenza in materia e ampia è complicata, esistono dei casi in cui la cosa è possibile, ma per dirimere la questione è stato necessario finire davanti al Giudice. Leggendo le 8 pagine di sentenza, anche all’occhio non competente si notano alcune cose. Prima fra tutte, il fatto che l’onore della prova di quanto sostenuto fosse a carico di Feltrinelli, ovvero nel caso di specie, scrive il Giudice, spetta al datore di lavoro provare l’accusa e così non è stato. Da dirigente di livello intermedio, Giovanni Bello ha sempre inviato ai suoi superiori i report periodici, senza ricevere alcun tipo di contestazione sul suo operato. Dunque non solo l’azienda era al corrente di tutto, ma non ha mai trovato nulla da ridire.

Quanto all’aver fatto ricorso agli straordinari, gli stessi Ispettori del Lavoro non hanno trovato nulla di anomalo: “Al contrario di quanto succedeva in precedenza, l’introduzione della legge Fornero ha reso molto più complicato il reintegro del lavoratore – ci ha detto -. Il Giudice ha annullato il mio licenziamento per l’unico caso possibile ammesso dalla legge stessa, ovvero l’insussistenza del reato”. Feltrinelli è stata condannata a pagare i 9 mesi di stipendio non percepiti, i contributi previdenziali e 4700euro circa di spese legali.