Ci siamo occupati più volte della necessità di assicurare un trasporto celere e sicuro ai pazienti bariatrici, quelli che non possono essere trasportati sulle comuni barelle e nelle normali ambulanze del 118. Per arrivare in ospedale dal momento della chiamata possono volerci anche 210 minuti. Sulla questione oggi è intervenuto nuovamente il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Bari. Saverio Andreula ha scritto ai vertici della sanità regionale e barese, oltre che ai responsabili del Coordinamento e della Centrale del 118, per chiedere di rivedere le scelte adottate finora.

LA LETTERA – “Faccio seguito alle numerose segnalazioni pervenute a quest’Ordine Professionale a riguardo dell’attivazione del servizio di trasporto in emergenza di pazienti bariatrici con l’impiego di ambulanze specificatamente attrezzate – scrive Andreula -. Mi compiace l’iniziativa assunta dalla Direzione strategica dell’ASL dell’allestimento di due ambulanze dedicate ai pazienti bariatrici; tanto risponde a numerose sollecitazioni formali accese da quest’Ordine, pur nella necessità di rendere più funzionale il servizio nella sua definizione organizzativa, che presenta ‘incongruenze normative e problematiche rilevanti”.

“Le due ambulanze – continua il presidente – pur avendo un allestimento sanitario, sono attivate con la sola presenza dell’autista, reso disponibile in regime di pronta disponibilità; tanto determina la responsabilità di affidare l’emergenza per i pazienti bariatrici a un servizio svincolato, come la legge recita, dai dettami dell’urgenza, poiché i tempi di soccorso inevitabilmente aumentano sconsideratamente. Nell’ipotesi che la richiesta d’intervento di attivazione del servizio in orari dalle ore 20 alle ore 8 e nei giorni festivi, si è costretti a chiamare e contestualmente attendere anche il reperibile del coordinamento, che
interverrà esclusivamente per la consegna della chiave del mezzo poiché allocate negli uffici del SET 118”.

“Si osserva e deduce che la normativa di riferimento, (DPR 27 marzo 1992) – si legge ancora nel comunicato – prevede che il mezzo d’emergenza sia composto di un equipaggio minimo di un autista e un soccorritore oppure, da un autista e un infermiere a prescindere se trattasi di ambulanze dedicate ai pazienti bariatrici nel sistema d’emergenza. Tanto premesso, si deduce che neanche i requisiti minimi della dotazione organica a bordo delle ambulanze del 118 bariatriche che, allo stato, non sono difformi dalle altre che operano sui territori, sono garantiti. Ne consegue che i ritardi nei soccorsi per i suddetti pazienti non possono essere attribuiti al personale del SET 118, ma a un modello organizzativo che
non tiene conto che da siffatte scelte può generarsi enormi conseguenze quali aggressioni al personale ed anche eventuali conseguenze risarcitorie e giuridiche per gli operatori assolutamente non responsabili di tali inefficienze”.

“È di tutta evidenza che una simile programmazione è addirittura peggiorativa rispetto alla precedente (sebbene fosse quasi del tutto inesistente) – ironizza Andreula – poiché non si allinea assolutamente ai bisogni univoci di salute del cittadino e crea un importante discriminante nei soccorsi, dal non rispetto della golden hour nelle patologie tempo-dipendenti sino all’eventualità che può essere compromessa anche la sopravvivenza del paziente. Nella definizione univoca che un mezzo d’emergenza impegnato per scenari
operativi richiede la più rapida risposta di uomini e mezzi, è inaccettabile un’organizzazione logora nei dettami interpretativi di un soccorso che si definisce moderno e all’avanguardia”.

“Nell’attesa che scelte ottimali si realizzino – chiosa il numero uno dell’OPI – s’invitano gli interessati a valutare scelte migliorative al fine di non arrecare danni a terzi e agli infermieri e a tutti gli operatori dell’emergenza che, in primis, evidenziano tali irregolarità”.