Buone notizie per l’economia italiana, in un periodo caratterizzato dalla tanto discussa recessione tecnica, il turismo mostra tutto la sua forza trainante per la crescita, i consumi ed anche l’occupazione. Al settore occorrono addetti alle pulizie e cuochi, ma anche esperti di marketing, specializzati in ITC e social media manager. Lo evidenzia l’indagine condotta dal Centro Studi Turistici per EBNTUR, l’ente bilaterale del turismo fondato da Assocamping, Assohotel, Assoviaggi, Fiba, Fiepet insieme a Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil.

“La richiesta di forza lavoro – spiega Francesco De Carlo, vice presidente nazionale Assohotel Confesercenti – deriva soprattutto dagli stabilimenti balneari, seguono il settore alberghiero, le altre strutture ricettive e la ristorazione. È prassi consolidata che il reclutamento avvenga soprattutto attraverso contatti diretti e/o passaparola; al secondo posto, a grande distanza, gli annunci di lavoro su quotidiani, periodici e riviste di settore, Centri per l’Impiego e dai social”.

“Si preferisce assumere personale con esperienza specifica per la mansione proposta – aggiunge De Carlo – sebbene ci sia la volontà da parte del datore di lavoro di avvalersi della collaborazione di persone senza esperienze lavorative pregresse, da formare sul posto di lavoro. Questa disponibilità nasce dalla difficoltà di trovare personale preparato”.

“Le imprese lamentano la scarsa qualificazione delle risorse umane – sottolinea Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia – un ostacolo che, sul mercato del lavoro turistico, rende difficile il reperimento di cuochi, addetti di sala e ai piani, camerieri, account executive e specializzati in marketing. Esiste un problema di formazione del personale che non colma ancora lo storico gap tra la preparazione scolastica e quella realmente richiesta dal mercato del lavoro”.

“I motivi sono innumerevoli – evidenzia Campobasso – ma spesso coincidono con le scarse motivazioni che accompagnano coloro che scelgono un percorso scolastico all’interno degli Istituti professionali, nel nostro territorio da sempre considerati ingiustamente di livello inferiore. Manca inoltre, nella nostra regione, un percorso di formazione superiore specifico per gli addetti al turismo che invece sta diventando il vero core business della Puglia intera”.

“Il turismo si conferma un settore dinamico anche per quanto riguarda l’occupazione – conclude De Carlo – ma la scarsa preparazione rischia di compromettere le sue potenzialità di crescita. Non dimentichiamo che il settore può contribuire alla ripartenza del Paese, ma senza un’ospitalità di qualità è difficile competere con successo sul piano internazionale”.