Quella degli ex lavoratori della Om Carrelli è forse la vertenza più sgangherata e paradossale che la memoria di un pugliese possa ricordare. Un mix di leggerezza, pressapochismo, fretta, sottovalutazioni e sogni infranti crollato tutto sulle spalle degli operai e delle loro famiglie. Il tutto mentre in passato una parte della politica e dei sindacati osannava un’azienda chiaramente inesistente e oggi fa passare per unica soluzione l’accordo siglato.

Le assurdità di questa triste pagina della vita occupazionale e sociale non sono finite. Da una nota dell’onorevole Masi (Movimento 5 Stelle), apprendiamo che il 15 novembre ci si incontra tutti a Roma per discutere della riconversione e dello stabilimento e quindi del lavoro, oltre che degli ammortizzatori sociali, in sostanza la cassa integrazione.

Ciò che nella nota non viene detto è che la richiesta di incontro, per la verità seguita in questi mesi da una montagna di altre carte, comprese quelle con le proposte delle altre aziende, non prese neppure in considerazione, è stata Samanta Partipilo, la segretaria dei metalmeccanici della Ugl. Proprio così, meno di un’ora dopo la sua ultima richiesta, il Ministero ha risposto con la data della convocazione romana.

Mentre il PD affiggeva manifesti, prendendosi meriti per la stipula di un accordo niente affatto eccezionale, tra l’altro dopo aver contribuito fattivamente alla figuraccia planetaria della Tua Industries, una donna – l’unica a non aver firmato l’intesa – si preoccupava di chiedere notizie certe sul futuro degli ex Om Carrelli. Per di più quei manifesti sono stati affissi in tutti i comuni dove l’anno prossimo si va a votare. E questo si commenta da solo.

La Ugl non sembra volersi arrendere alla manipolazione che è stata fatta sui lavoratori ed alle millanterie profuse in questi mesi. Tutti i firmatari di quell’accordo avevano detto ai lavoratori che l’intesa sarebbe stata l’unica possibilità di vedersi attivare la cassa integrazione, promessa che ha fatto gola a persone che non percepiscono ormai neppure un centesimo da 11 mesi.

Perché dopo la firma dell’accordo (24 ottobre scorso ndr.), nessuno ancora aveva chiesto un incontro al Ministero per procedere in tal senso? Forse perché le affermazioni della Ugl erano fondate e la situazione si sarebbe potuta sbloccare diversi mesi prima, non facendo stare le famiglie nella disperazione. Su quel tavolo romano saranno molti gli argomenti da discutere e qualcuno dovrà dare più di una spiegazione.