Dai tre mesi nella cucina londinese del ristorante aperto dallo stellato Marco Pierre White, con una paga giornaliera di 60 pounds – senza contare gli straordinari – all’esperienza tra i fornelli del circolo Barion, in cui accumula 66 ore di lavoro in 5 giorni e viene retribuito a nero 2,30 euro l’ora.

A raccontare l’assurda storia di lavoro umiliato è Vincenzo (nome di fantasia ndr.). Anche in virtù della sua esperienza londinese, il 21enne viene selezionato per fare da aiuto cuoco in occasione di una cinque giorni intensa nel blasonato circolo Barion di Bari. Un posto chic, dove evidentemente nessuno si prende la briga di verificare le condizioni di lavoro di chi serve alcune tra le persone più facoltose della città.

L’ingaggio risale a giovedì scorso. Ventiquattro ore dopo è all’opera. C’è la tre giorni della Lilt Dragon Boat, con centinaia di partecipanti e il presidente Francesco Schittulli, e poi un evento con la presenza di una importante delegazione russa, tanto importante da essere accolta dal sindaco di Bari, Antonio Decaro e dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Vincenzo lavora circa 16 ore al giorno, con un’oretta di pausa in tutto. Non si tira indietro, perché sa cosa significa lavorare duramente. Finito il servizio, soprattutto al fianco di cittadini del Bangladesh, senza aver inizialmente chiesto a quanto ammontasse la paga, il datore di lavoro gli dà appuntamento il giovedì successivo. Il ragazzo si presenta come sempre puntuale e riceve 150 euro, contenuti in un opuscolo pubblicitario di un ristorante riportante la scritta beffarda: “Grazie per averci scelto”.

A lui viene da piangere. “Mi sono sentito umiliato – dice – credo sia un dovere denunciare questo genere di situazioni. Sono giovane e con poca esperienza, lo ammetto, ma ho ricevuto un trattamento economico indecente. Persino chi mi ha pagato era evidentemente in imbarazzo”. Come a chiunque altro la domanda è sorta spontanea. Ma perché Vincenzo ha abbandonato Londra e quella meravigliosa esperienza?. “Nostalgia della famiglia”, spiega il 21enne, convinto di aver fatto un errore. Indietro non si torna, ma si può sempre guardare avanti con maggiore consapevolezza. Le due esperienze gli saranno certamente servite.

Restiamo a disposizione di chiunque volesse precisare o aggiungere qualcosa a questa vicenda.