Si sono dati appuntamento sotto i portici di via Capruzzi, davanti alla sede del Consiglio Regionale, arrivano da tutta la Puglia, bandiere e soprattutto striscioni non lasciano spazio a dubbi: i sanitari del 118 non sono più disposti a fare la parte dell’agnello sacrificale in sistema che li vuole in prima linea nella filiera dell’emergenza-urgenza, ma fanalino di coda quando si tratta di tutele e condizioni di lavoro adeguate.

“Dopo 16 anni – ci ha detto Santino Mangia della Usb di Foggia – rivendicano una internalizzazione che poteva essere già stata fatta. Vessati, intimiditi, nelle condizioni di non dare un servizio ottimale ai cittadini, i lavoratori sono stanchi. Il 118 è il primo contatto che il cittadino ha con la sanità, eppure ci sono postazioni in ritardo col pagamento degli stipendi anche di sei mesi. Vorremmo far capire alla politica che è il momento di ridare dignità e diritti a chi ci mette l’anima e il cuore”.

“Siamo in sciopero della fame da due settimane – ha spiegato Daniele Spano del 118 di Mattinata, dove la situazione è addirittura peggiore – la colpa non è nemmeno di queste fantomatiche associazioni che gestiscono le postazioni, ma chi da loro l’incarico. Come noi  nella stessa situazione stanno i colleghi di Volturara e non solo loro. La Asl dice che ha pagato, le associazioni dicono di aver pagato, ma intanto c’è chi aspetta ancora la paga di luglio”. Lo striscione esposto recita: La postazione 118 di Mattinata chiede soccorso.

Dopo una mattinata passata in protesta, i manifestanti sono stati ricevuti dal presidente della Regione e assessore alla Sanità, Michele Emiliano. Nell’incontro il Governatore avrebbe garantito il passaggio del 118 sotto l’ala dell’Areu, l’Agenzia Regionale per l’emergenza-urgenza, dando anche dei tempi, ovvero prima del 2020.

In attesa che ciò avvenga, al presidente i sanitari hanno chiesto di vigilare sulle associazioni che gestiscono le postazioni, per evitare che si ripetano situazioni come quelle che hanno portato alla manifestazione di oggi, che in ogni caso, hanno sottolineato, non sarà l’ultima.