Tiene ancora banco la discussione tra i sindacati di Polizia. L’uscita del segretario Persia dalla Consap per unirsi con Coisp ha accesso gli animi tra le due organizzazioni, alimentando il caso attraverso varie smentite scaturite dalla notizia di un unione tra i due sindacati. Dopo le parole della Consap, Eustachio Persia non ha perso tempo e ha voluto scrivere anche lui una lettera al giornale per motivare le sue scelte.

LA LETTERA –

Caro Direttore, in data odierna ho appreso con rammarico stupore da amici e simpatizzanti di un articolo dal titolo: Bari, Consap smentisce Persia “Nessun accordo con Coisp. Restiamo autonomi” pubblicato sulla sua testata giornalistica il 12.9 u.s. che fa riferimento alla mia persona.

L’Ufficio Stampa del Sindacato di Polizia Consap nella nota rimarca con forza la propria autonomia e indipendenza sindacale e precisa che nessun accordo è stato fatto con il Sindacato di Polizia COISP. Ritengo fin qui necessaria, doverosa nonché condivisibile la precisazione fatta dal Sindacato di Polizia Consap. Quello che invece mi lascia perplesso è il riferimento alla “scorrettezza formale del nostro iscritto”.

Lungi dal voler cadere nella trappola di sterili polemiche, tengo a precisare, non per me (non ne ho bisogno) ma per quelli che potrebbero mettere in discussione la mia correttezza che MAI ho fatto riferimento ad una unione sindacale. Nell’articolo inviato alla vostra redazione, parlo della mia uscita dalla Consap e della mia unione alla lotta sindacale al fianco dell’attuale Segretario Coisp di Bari Eustacchio Calabrese. Inoltre, per chi volesse in qualche modo sminuire la mia posizione pregressa, il sottoscritto non è stato un semplice iscritto della Consap ma il Segretario Generale Provinciale.

Detto questo, torno con amore e passione ad occuparmi dei diritti dei poliziotti e dei cittadini che reclamano quotidianamente sicurezza. La documentazione è disponibile per tutti coloro che hanno dubbi sulle mie dimissioni formalmente comunicate e sull’articolo integrale inviato alle testate giornalistiche.

Resta inteso che, chiunque abbia voluto intenzionalmente o inconsapevolmente ledere la mia immagine di Dirigente Sindacale e/o messo in dubbio la mia correttezza, sarà chiamato a risponderne. Chi voleva intimidire o fermare la rivoluzione sindacale in corso ha fatto male i suoi conti. Con l’eventuale richiesta di risarcimento dei danni subiti per l’articolo diffamatorio, che sto valutando assieme ai nostri legali, acquisteremo striscioni grandi, con su scritto W i poliziotti e W la Polizia di Stato.