Vi avevamo raccontato del bando flash scritto coi piedi per la partecipazione alle fiere agroalimentari, eravamo riusciti a far revocare il folle bando Building Apulia, ma la gara lampo per la fornitura della web tv della Regione Puglia li batte tutti.

Una vergogna indicibile che va revocata immediatamente, prima ancora che sulla faccenda intervenga l’Ordine dei Giornalisti e l’Assostampa. Si tratta di una gara biennale da 160.000,00 euro, copiata e incollata da varie fonti e, chissà, forse tagliata su misura per qualcuno. In un caso o nell’altro, parliamo di 27 pagine farneticanti. Autentica follia, soprattutto per la paternità: Segreteria generale della presidenza, servizio comunicazione esterna, struttura direttamente collegata al presidente Michele Emiliano.

Parliamo di un bando ad invito pubblicato il 20 giugno, con scadenza per la presentazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa il 3 luglio, che dovrebbe andare in esercizio entro 30 giorni dall’aggiudicazione, quindi a metà agosto. Il bando è riservato alla caregoria merceologica 171514000 – “Web Tv”, sebbene i servizi richiesti hanno poco a che fare con il reale lavoro svolto da una web tv.

Accantoniamo per il momento le assurde richieste tecniche e burocratiche necessarie per la partecipazione. I requisiti? Tra gli altri un fatturato di 80mila euro nell’ultimo anno, con almeno 30mila euro fatturati agli enti pubblici. Ma la struttura conosce il fatturato medio di una web tv che la pubblicità, per esempio, la vende anche a 5 euro a banner? E poi bisogna essere in possesso di una testata giornalistica registrata al Tribunale, dell’iscrizione al Roc, avere un giornalista/speaker voce appartenente all’Ordine, un operatore-videomaker capace anche di fare foto e montare video.

Un lavoro da tenersi dal lunedì al venerdì, ma a cui avranno titoli privilegiati coloro i quali saranno disponibili a lavorare anche il sabato, la domenica e nei giorni festivi. Un lavoro immane per 80mila euro all’anno, con più di 7mila euro di costi fissi mensili tra dipendenti (3) e spese vive, calcolando anche il costo della benzina, gli eventuali pernottamenti, le assicurazioni, il deperimento mezzi e l’ammortamento delle attrezzature.

In una parola sola: antieconomico, a meno che l’obiettivo della Regione Puglia sia quello di agevolare il lavoro nero. In questo modo l’ente pubblico, un ufficio collegato al presidente Emiliano, devasta le ultime speranze di occupazione nelle piccole redazioni perché il bando-vergogna prevede anche la fornitura di immagini e servizi alle emittenti locali.

In sostanza, la Regione chiede la costruzione della web tv, la gestione biennale, il palinsesto con webtg e approfondimenti, multicamera per riprese dinamiche (quindi radiocamere), gestione social, streaming con sottotitolazione in tempo reale e poi certamente un mastodontico servizio di archiviazione del materiale prodotto.

Dolo o incapacità? Per ora non possiamo dirlo, seppure un’idea ce la siamo fatta. Com’è possibile che i componenti della struttura comunicativa della Regione Puglia, il RUP (responsabile unico del procedimento) Sergio Todisco e il dirigente regionale interessato, non si siano accorti che la fornitura di questo analogo servizio, ma molto meno complicato, dieci anni fa valeva 250mila euro l’anno e oggi lo si pretenda a meno della metà?

Il mondo della comunicazione è in subbuglio. È necessario intervenire prontamente per revocare questa pagliacciata, offensiva per il lavoro, non solo quello giornalistico, in una Regione che si vanta di essere la prima ad aver contrastato formalmente il caporalato.