“La lunga attesa degli equipaggi 118 nei pronto soccorsi non è colpa degli operatori”. È questa, in breve, la risposta dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Bari, che non ha proprio digerito le dichiarazioni del direttore del Dipartimento salute della Regione Puglia, Giancarlo Ruscitti, in occasione dell’evento promosso dalla Cgil dello scorso 4 giugno in cui uno degli argomenti caldi è stato quello delle prolungate soste del personale 118 nei Pronto Soccorso.

“Ci preme evidenziare che lo stato dell’arte non corrisponde a quanto espresso durante l’evento – sottolinea il Presidente dell’Ordine Saverio Andreula – laddove s’identificavano responsabilità agli equipaggi del 118 che volutamente sostavano oltremodo nei pronto soccorso per non ritornare a operare sul territorio”.

“Gli equipaggi sia in assetto India sia Mike, con infermiere e medico – sottolinea l’OPI – sono spesso bloccati in lunghe attese, anche tre ore nei pronto soccorso per codici gialli e verdi. Questa circostanza deve essere superata per la sua essenza razionale: i mezzi devono essere immediatamente operativi. La serietà del caso si registra soprattutto in quei territori che sono lontani da ospedali di riferimento, per esempio Alberobello, Poggiorsini, Castellana Grotte, con le conseguenze facilmente deducibili. Spesso accade che le ambulanze di Bari siano tutte ferme in pronto soccorso e per nuove emergenze s’impiegano ambulanze di sede distanti come Sammichele di Bari, Adelfia, Palo del Colle”.

Anomalie e problematiche che l’Ordine degli Infermieri di Bari  aveva più volte già segnalato: “La responsabilità delle lunghe attese degli equipaggi 118 non sono ascrivibili a una loro intenzione d’inoperosità ma, ad una problematica che va risolta all’interno dei dipartimenti d’accettazione d’urgenza che non liberano gli equipaggi. Considerando che l’accettazione del paziente, da parte della struttura ricevente, avviene in triage, non si comprende il perché si debba attendere ulteriormente finché il paziente sia consegnato, solo dopo l’accettazione del medico in ambulatorio”.

Ciò che non riusciamo a comprendere – conclude il presidente Andreula – è che nonostante le nostre continue sollecitazioni a un confronto con gli addetti ai lavori, il Commissario continua a non voler sentire le parti”.