“Gli interventi in agricoltura, anche se cercano di eradicare una patologia grave, vanno fatti con criterio, nel rispetto dell’ambiente, della salute della popolazione e con attenzione verso l’economia del territorio”. Così Patrizia Masiello, presidente dell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica Puglia.

Per l’Aiab il decreto ministeriale che prevede, dal mese di maggio, l’obbligo dei pesticidi per debellare la xylella, non va bene: “Chiediamo che venga riconsiderato in un’ottica di salvaguardia dell’agricoltura biologica” aggiunge Masiello.

“Siamo contro l’uso di insetticidi e diserbanti – spiega – non solo per l’impatto ambientale e i danni al settore bio, ma anche per il rischio che un’area sottoposta a una così alta pressione chimica, venga bruciata sul mercato e danneggiata dal punto di vista turistico per diventare una nuova terra dei fuochi”.

“Le aziende biologiche obbligate a quel trattamento perderanno i requisiti per la certificazione – sottolinea – con gravissime ripercussioni economiche e ambientali. In biologico ci sono metodi agronomici e prodotti a bassa tossicità e persistenza quali il piretro naturale e i sali di potassio”.

“Da oltre un decennio – aggiunge Vincenzo Vizioli, presidente nazionale Aiab – la ricerca scientifica esclude l’utilità di trattamenti con pesticidi che colpiscono tutta l’entomofauna, compresa quella utile, a partire dalle api, deprimendo la biodiversità naturale e favorendo l’insorgenza di resistenze. E dire che c’è un Pan, il Piano agricolo nazionale per l’uso sostenibile dei presidi fitosanitari, bypassato in nome dell’emergenza, a dettare i criteri obbligatori di corretto intervento. L’emergenza – conclude il presidente di Aiab – non giustifica scorciatoie e comportamenti sbagliati”.