“Siamo diventati la barzelletta pugliese”. Dopo la lettera di qualche settimana fa, alcuni dipendenti della G.M.S. Spa, da mesi sotto i riflettori per la vicenda della revoca dell’accreditamento per il centro di riabilitazione Padre Pio di Capurso, si sono sfogati in una lunga lettera diretta a Regione Puglia, Asl e a tutti i cittadini pugliesi. La richiesta è unica e semplice: “Vogliamo i nostri soldi”.

“Le soap opera ci fanno un baffo – scrivono ‘alcuni dipendenti’ – Siamo ostaggio delle istituzioni ma sopratutto siamo vittime innocenti di guerre burocratiche che non dovrebbero riguardare noi che tutte le mattine ci rechiamo al lavoro, che svolgendolo con ineccepibile diligenza, non percepiamo stipendi da mesi. Presi in giro anche dalle istituzioni che per le mancate retribuzioni, hanno deaccreditato la G.M.S.”.

I dipendenti puntano il dito, in particolare, contro le istituzioni: “Sembrava ci fosse un barlume di speranza per i 170 lavoratori, in quanto, proprio le istituzioni ci avevano detto che potevamo ‘stare tranquilli’ perché avrebbero garantito oltre la continuità lavorativa, anche il pagamento degli stipendi, attingendo a fondi regionali. Sempre le istituzioni avevano parlato di un ‘bando ponte’ che avrebbe potuto assegnare in via transitoria l’attività ad un’altra azienda per garantire continuità lavorativa, in attesa poi di un bando definitivo. Ma come per magia ci hanno comunicato che non si poteva fare”.

“Niente fondi regionali, niente bando ponte e nel frattempo noi senza soldi da mesi. L’azienda poi è entrata in concordato e questo ha permesso il pagamento di sole 3 mensilità e adesso, nonostante tutto, neanche l’ombra di un centesimo. Riepilogando 4 mensilità congelate dal concordato (luglio-agosto-settembre-ottobre 2017), novembre, dicembre, tredicesima e gennaio 2018 retribuzioni corrisposte e poi basta”.

“E’ una storia che si ripete ciclicamente. Ma allora noi ci chiediamo, fin dove può arrivare la pazienza di un uomo? dobbiamo arrivare al punto che qualcuno deciderà di farla finita così come la cronaca ci insegna? e poi la responsabilità di questo disastro sociale di chi sarà? Siamo disposti a tutto pur di conoscere la verità. Troppe chiacchiere, troppe bugie, siamo morti che camminano”.

“Le istituzioni prima di deaccreditare un’azienda con 170 lavoratori avrebbero già dovuto organizzare, il minuto successivo, la loro ricollocazione invece di lasciarli in balia delle onde. Le istituzioni si devono assumere la responsabilità di ciò che hanno detto, fatto e promesso. Noi vogliamo i nostri soldi e non siamo più disposti ad aspettare un giorno in più. Ci spiace dirlo, ma il lavoro della Regione insieme a quello della ASL è stato un assoluto fallimento, direi una vergogna pugliese”.