Vitto, alloggio oltre ad un compenso per l’impegno dal lunedì al venerdì e mezza giornata il sabato. L’offerta è ottima, ma chi accetta deve essere disposto a trasferirsi in America per circa 2, forse 3 anni, per poi rientrare in Italia e proseguire con le stesse mansioni.

È l’appello di Elisa che si trova a Pittsburgh con i due figli, di cui uno disabile, ed ha bisogno di un aiuto “fisico” in casa, come la pulizia completa e disinfezione della casa quotidianamente, cucinare per la famiglia e stirare ogni giorno, badare quando serve i bambini di 9 e 13 anni. Non viene richiesto come requisito la conoscenza dell’inglese ma solo molta disponibilità e serietà ed una comprovata esperienza nel settore delle pulizie.

D’obbligo la nazionalità italiana perché purtroppo non è possibile ottenere visti di lavoro Americani per nazionalità straniere salvo se già in possesso di passaporto Americano.
E per pregresse esperienze, si richiede che le persone non abbiano vincoli famigliari come mariti o figli che restano in Italia proprio perché l’impegno è costante ed una partenza improvvisa per qualsiasi motivo metterebbe nei guai Elisa ed i figli.

Si propone un training di 3 mesi part-time a 800 euro mese (oppure 1000 euro mese con biglietto a proprio carico) e l’assunzione al quarto mese di lavoro con contratto a tempo indeterminato per 1300 euro mese, l’assicurazione sanitaria e ferie 2 volte anno per un totale di 33 giorni invece che 26. Ma attenzione a non prendere alla leggera l’ipotesi di candidarsi pensando poi di farsi una vacanza oppure cercare un altro lavoro.

Le leggi americane sono molto severe sull’ immigrazione, per tanto il visto di lavoro lega il lavoratore al datore di lavoro impedendo di poter cercare altri lavori e viaggiare in giro per l’America. Tale documento è rilasciato solo per permettere la permanenza in suolo americano presso la casa del datore di lavoro e non altrove. Si tratta comunque sempre di lavoro italiano con regolare contratto italiano, in cui la domestica segue la famiglia negli spostamenti.

“Considerata l’offerta di lavoro che prevede la convivenza in una famiglia con minori di cui un disabile” ci dice Elisa via Skype “spero che il candidato valuti con assoluta ed estrema serietà e moralità l’opportunità di lavoro, anche perché di soldi e tempo da buttare al vento, non ce li ho”. Quindi il nostro appello, se seriamente interessati a questa proposta, potete inviare il vostro curriculum a [email protected].