L’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali della Puglia (Arif) finisce al centro delle polemiche per le discutibili assunzioni di alcuni interinali, mentre i 42 lavoratori cosiddetti “Condifesa” restano ancora al palo pur essendoci una legge regionale e persino la copertura finanziaria. Si tratta del personale previsto dalla legge regionale numero 33, del 7 agosto 2017. Il loro compito è quello di fare ricerca e controlli in materia di difesa attiva delle colture agrarie dalle avversità atmosferiche e fitosanitarie.

La Regione Puglia, prima in Italia, si è adeguata alle prescrizioni del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 22 gennaio 2014. Sembrava tutto a posto, non fosse che lo stesso Ministero contesta l’articolo 6 di quella legge regionale. In altre parole proprio quello relativo al personale. L’articolo viene modificato e il Ministero non obietta. Tutto risolto? Assolutamente no, perché nel Consiglio regionale fiume del 21 dicembre 2017, quando sono da poco passate le ore 23, viene proposto un emendamento che consente una proroga fino al prossimo 31 marzo nella gestione del servizio finora assegnato ad AssocodiPuglia e agli associati consorzi di difesa. Ennesimo “carrozzone pubblico” in conto terzi.

Si va avanti fino al 5 febbraio, quando Arif approva il Bilancio di previsione del 2018 e pluriennale 2018-2020. Al punto 5 compare lo stanziamento di un milione e 100mila euro per le attività di ricerca e controlli in materia di difesa attiva/passiva delle colture agrarie dalle avversità atmosferiche e fitosanitarie. In queste ore si insedia il tavolo tecnico con Arif, Regione e sindacati. La speranza dei 42 è quella che si possa finalmente scrivere la parola fine sulla sfibrante Via Crucis. Il condizionale è d’obbligo anche in questo caso viste le lungaggini protratte di volta in volta e le ipotesi di ulteriori proroghe.

Non si capisce perché le stazioni agrometeorologiche debbano essere censite, pur essendo le apparecchiature in dotazione già di proprietà della Regione Puglia e nell’iter devono solo essere prese incarico. Di fatto si starebbe assistendo alla resistenza dei consorzi privati, quelli ancora attivi e per questo niente affatto disposti a mollare l’osso.

Della questione, a vario titolo e con diversa determinazione, si sono interessati e continuano a farlo il presidente dell Regione Michele Emiliano; l’assessore all’Agricoltura Leonardo Di Gioia; il presidente della IV Commissione Donato Pentassuglia, i consiglieri regionali Borraccino, Zullo, Damascelli e Barone. Neppure tanto interessamento finora è riuscito a risolvere il problema, se così può essere definito il mancato rispetto di un decreto ministeriale, con successiva legge regionale, dotata persino di copertura finanziaria. Quarantadue persone restano ancora a casa.