“Ho capito che la situazione della Om Carrelli non è come sembrava 2 mesi fa”. Queste le parole di Antonio Decaro dopo aver cercato di placare gli animi degli operai che protestavano animatamente in piazza Diaz prima dell’inaugurazione della ruota panoramica.

I 194 dipendenti coinvolti hanno visto naufragare l’ultima possibilità di riavere un lavoro giusto qualche settimana fa, quando il fondo estero che doveva finanziare la riconversione dello stabilimento di Modugno si è improvvisamente tirato indietro. Niente auto elettrica, quindi, ma agli annali è passata la presentazione in pompa magna da parte di Michele Emiliano e Antonio Decaro all’ultima Fiera del Levante.

Il presidente della Regione e il Sindaco, nonché presidente Anci, sono sempre in prima fila quando si tratta di mettere medaglie al petto, ma non altrettanto tempestivi nel capire che il progetto Tua Autoworks non era tutto “rose e fiori”. Davvero nessuno dei due non poteva sapere, o quanto meno intuire, che quello di Tua Autoworks era un bluff? Davvero sono scesi dalle nuvole quando è arrivata questa notizia? Non sembra proprio.

Facciamo un passo indietro, precisamente a un anno e mezzo fa. Il progetto di riconversione dello stabilimento Om Carreli sembra convincere tutti, al punto che il 3 giugno 2016 Michele Emiliano condivide sulla sua pagina Facebook un articolo del Sole24ore proprio sul progetto di produrre una nuova auto elettrica a Bari.

“Finalmente” aveva commentato il presidente della Regione. Peccato, però, che quell’articolo dal titolo “Auto nella ex OM Carrelli: ok di Invitalia al progetto Tua Autoworks” non contenga all’interno toni altrettanto trionfalistici. Anzi, il giornalista, dopo aver dato notizia del via libera al contratto di sviluppo da 48 milioni di investimento (12 dall’azienda e 36 a carico dello Stato) si chiedeva chi ci fosse dietro Tua Autoworks, sollevando dubbi sul progetto.

Si viene a scoprire quindi una fitta rete di aziende e controllate con due imprenditori operanti nel mondo della finanza a muovere i fili, tali Lodovico Costantino De Visconti e Anthony Bonidy. Tanti gli interrogativi: secondo l’articolo del Sole24ore mancava, per esempio, il nome di chi doveva gestire l’operazione dal punto di vista industriale ma soprattutto non era chiara l’origine dei fondi.

Insomma, una serie di ombre gettate sull’ambizioso progetto di fabbricare nello stabilimento di Modugno l’ormai famigerata ‘auto elettrica made in Bari’. Dubbi che, purtroppo per gli operai, si sono trasformati in realtà senza che nessuno si accorgesse di nulla.