In ginocchio sul pavimento a ripulire le piastrelle con lo spazzolino da denti; rannicchiati sotto la scrivania a togliere la polvere dai cavi di pc e stampanti; in servizio, da soli, su tre o quattro piani; in cucina ad impiattare le pietanze dei degenti e poi a lavare le stoviglie, senza dimenticare di buttare i rifiuti, anche quelli ospedalieri trattati, prima di accudire i pazienti.

L’elenco delle vecchie e nuove incombenze dei 46 ausiliari della clinica barese Santa Maria è lungo e non sempre si tratta di prestazioni dovute. Ai più sembra lo sgambetto aziendale dopo il risultato raggiunto con la recente lotta per la conservazione del posto di lavoro. La GVM (società proprietaria della struttura sanitaria nelle vicinanze del Policlinico), infatti, aveva deciso di licenziare in blocco tutti gli ausiliari per ridurli ad addetti alle pulizie, inquadrati in un’altra azienda.

Per primi avevamo denunciato le intenzioni, raccolto le denunce dei dipendenti e poi dei sindacati, fino alla minaccia della revoca dell’accreditamento al Sistema Sanitario Regionale. Lo scampato licenziamento agli occhi di tutti era sembrata una storia a lieto fine, ma in realtà si è quasi subito trasformato in una specie di incubo per gli ausiliari, “costretti” ad accettare compiti non propri, spesso in condizioni discriminanti e proibitive pur di conservare quel lavoro che avevano rischiato di perdere.

La notte tra giovedì e venerdì scorso, poi, direttori sanitari e responsabili degli infermieri hanno fatto un blitz notturno per controllare che nessuno stesse dormendo. È partita la caccia alle streghe nel tentativo di beccare qualcuno in flagranza.

Siamo certi che ci siano tutti i presupposti per ripristinare una situazione di regolarità e di rispetto degli uomini e delle donne, prima ancora che dei dipendenti sull’orlo di una nuova crisi di nervi.