Non potevamo che dedicare la copertina a questo operatore ecologico, inidoneo allo spazzamento come altri colleghi e quindi impiegato dall’Amiu, l’azienda municipalizzata dell’igiene urbana, nei mercati baresi. Il loro compito, non potendo provvedere alla pulizia e per questo neppure dotati di scopa, sarebbe quello di controllare che operatori dei mercati e utenti conferiscano correttamente i rifiuti all’interno dei cassonetti.

Il condizionale è d’obbligo. Siamo andati al mercato di corso Mazzini, dopo aver raccolto alcune segnalazioni, per capire come funziona esattamente il “servizio di vigilanza”. La risposta data dall’operatore ecologico, beccato a dire chiacchiere con un collega arrivato sul posto per andare al bagno, appoggiato per oltre dieci minuti ad un albero, di spalle e a distanza dalla schiera di cassonetti che dovrebbe controllare, ci ha lasciato senza parole.

“Mi hanno detto di non fare niente – dice rivolgendosi ai suoi superiori – devo guardare e basta”. Nel cassone del treruote di servizio tre cruciverba e il volantino promozionale di un ipermercato. Così, per passare il tempo. Il mancato corretto conferimento dei rifiuti nei mercati è un grosso freno ai numeri stentati della raccolta differenziata barese. Se questa è l’attività di controllo messa in campo stiamo proprio freschi.

L’operatore ci conferma che nelle buste non può ficcare il naso. E allora la domanda nasce spontanea. Se già guarda i cassonetti rivolgendo loro le spalle, come può controllare che il conferimento avvenga in maniera propria se non può mettere il naso nei sacchetti? L’operatore ecologico “guardone” non sia, però, il capro espiatorio di un sistema che andrebbe meglio registrato, in cui qualche multa ogni tanto non risolve certamente il problema, soprattutto se chi è chiamato a controllare lo fa girato con la testa dall’altra parte.