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Un pugno in faccia per un posto nel parcheggio a ridosso della statale 100, solitamente libero; auto in divieto di sosta ovunque; la spalliera del pane completamente vuota; code di dieci minuti per un gelato e al bancomat; negozi affollati e neppure un tavolo libero nei due bar dove abbiamo provato ad accomodarci. L’apocalisse. Benvenuti al centro commerciale Auchan di Casamassima. Sono le ore 18.

Un delirio complessivo, agevolato dalla pasquetta piovosa e dalla mancata adesione allo sciopero proclamato dai sindacati. “I sindacati? – replica un dipendente Auchan mentre smantella l’allestimento pasquale – si sono ricordati troppo tardi di protestare contro il lavoro domenicale. Sembra una barzelletta, dov’erano finora?”.

Il lavoratore è particolarmente deluso. “Abbiamo battagliato inizialmente per ottenere il rispetto dei nostri diritti – tuona – ma ormai il tempo della speranza è finito. Abbiamo solo doveri e fanno in modo di ricordarceli in continuazione”. Il paradosso di questa faccenda è che la protesta pasquale, almeno sotto il profilo simbolico, è poca cosa rispetto al fatto che l’Auchan di Casamassima, ugualmente ad altri centri commerciali, resterà aperto il 25 aprile, ma soprattutto il primo maggio.

“Abolitela la festa dei lavoratori – incalza il lavoratore – celebrate invece una messa in suffragio degli zombie che per portare un tozzo di pane alla propria famiglia sono pronti a tutto”. Il clima è particolarmente teso tra chi lavora a pasquetta, anche nei negozi della galleria. Ad essere disteso sembra chi è in coda alle casse, o nei negozi, o al bar. Tutto al motto: “pagare e sorridere”. Si fanno selfie e si comprano gratta & vinci, magari si vince qualcosa per fare altra spesa il primo maggio. La deriva sembra vicina, seppure qualcuno continui ad urlare: “la domenica non si tocca”.