Volano gli stracci all’Amtab, la società del trasporto pubblico barese, tra il direttore generale Francesco Lucibello e i sindacati Cgil, Uil e Ugl. Due note durissime arrivate lo stesso giorno hanno fatto perdere la testa al direttore, che adesso rischia di essere querelato. I sindacati, infatti, si sono rivolti ad un avvocato per capire quali presupposti ci siano per tutelare l’immagine dalle gravi dichiarazioni messe nero su bianco nella tempestiva risposta.

LE DENUNCE DEI SINDACATI – Nel mirino di Cgil, Uil e Ugl sono finiti l’utilizzo degli interinali, la situazione dell’officina e la detassazione sui redditi dei dipendenti. Le tre sigle non le mandano a dire, perché ormai la situazione pare proprio essere sfuggita di mano nel silenzio totale dell’amministrazione comunale. L’assenza di consiglieri di maggioranza durante l’ultimo sciopero la dice lunga.

Il sindaco avrebbe dovuto prendere atto già da tempo che non ci sono più i presupposti per una pacifica convivenza tra Lucibello e la stragrande maggioranza dei dipendenti. Intanto la detassazione, la legge prevede il calcolo su un importo massimo di 2mila euro nel caso dell’Amtab, non in 2.500 euro com’è stata calcolata, perché l’azienda non ha mai coinvolto pariteticamente i dipendenti nell’organizzazione del lavoro.

A detta dei sindacati l’errore porterà alla restituzione di 80 o 140 euro a seconda del reddito dei lavoratori e ad alcune ricadute sul cosiddetto “bonus Renzi”. L’affondo è totale. “Oggi abbiamo un professionista che si occupa delle nostre buste paga mentre prima, e lo avevamo denunciato ripetutamente, era gestito in maniera superficiale e non professionale. Ancora una volta non ci saranno colpevoli per questi errori nè sanzioni quando accadono queste inefficienze, solo gli autisti ogni giorno devono essere sanzionati”.

L’altro punto critico è la gestione dell’officina, essendo sotto gli occhi di tutti le condizioni disastrose dei rottami, non solo arancioni, che circolano sulle strade baresi. Mezzi che mettono in pericolo l’incolumità degli autisti e dei passeggeri. “Il Responsabile dell’Area Tecnica – denunciano nella seconda missiva i sindacati – con l’avvallo del direttore generale in queste ore cercano di mettere mano all’organizzazione dell’officina, con criteri che rispondono più a logiche clientelari che di migliore organizzazione del lavoro”.

Il riferimento è al concorso in atto per il maggiore parametro di un opratore “senza un giustificato motivo”. E poi “il passaggio di un altro lavoratore dal magazzino approvvigionamento al reparto panumatici, in assenza della competenza in merito e della formazione adeguata”. Senza contare la protesta dei dipendenti dell’officina per “il passaggio di tre nuovi operatori, trasferiti dal rifornimento gas alla manutenzione dei mezzi, mettendo in grave difficoltà le squadre, che operano in coppia, le quali non possono in nessun modo avvalersi dell’aiuto dei nuovi”. 

LA REPLICA DI LUCIBELLO – “Con una delle due note attaccate una dipendente che per anni ha sostenuto da sola il peso dell’Ufficio paghe, peraltro con un profilo non consono alle mansioni svolte”, dice Lucibello.

Sembra quasi non siano stati gli stessi vertici dell’azienda ad attribuire a una lavoratrice mansioni non sue. “Le tasse sono tasse – scrive Lucibello – a prescindere se pagate prima o dopo, per cui nessun danno, anzi il pagamento delle imposte dovute allo Stato è stato deferito in sede di conguaglio”. E poi l’attacco. “I firmatari della nota farebbero bene a vergognarsi di essere stati per anni complici della congestione clientelare dell’azienda che ora, purtroppo per loro, è finita”.

Sull’officina, invece, il direttore generale precisa che: “Era previsto l’affitto del ramo d’azienda e che tale roblematica è stata solo di recente superata e si sta cercando di utilizzare il personale già in forza, compreso quello precario da anni, al meglio, pur evidenziandosi la presenza di personale con scarse competenze, negli anni riciclati in altri servizi con la vostra complicità”. Confermato il concorso interno per capo operatore prima dell’augurio finale. “Auguro a voi (ma non ai lavoratori e ai cittadini) di costituire in futuro una bella cooperativa dove potrete comandare a piacimento”.