Vetrine buie e insegne spente. Al quartiere Carrassi è andata in scena la protesta dei commercianti che si sentono sempre più dimenticati e trascurati dall’amministrazione comunale. Il coro è unanime: il commercio barese non deve morire.

“Al Comune chiediamo l’istituzione della consulta del commercio, una ridistribuzione dei fondi e un nuovo piano della viabilità – spiega Mimmo Tarantini, vice presidente dell’associazione Libera Unione Commercianti Apulia (LUCA) – Bari non è una città agricola o turistica. Bari è una città fondata unicamente sul commercio”.

Nel mirino dei commercianti soprattutto i centri commerciali, sempre più grandi e sempre più numerosi sul territorio, che stanno di fatto distruggendo il piccolo commercio cittadino. “I centri commerciali versano 40 euro per metro quadro al Comune per compensare le perdite delle piccole attività cittadine – sottolinea Luigi Catinella, presidente dell’Associazione LUCA – ma tutti questi soldi non si sa che fine facciano”.

“Diciamo basta ai centri commerciali. Sono delle vere e proprie associazioni di istigazione al consumo – attacca Donato Cippone, portavoce del comitato commercianti Stop centri commerciali – così stanno distruggendo intere famiglie”.

I prossimi appuntamenti sono il 29 gennaio all’Hotel Excelsior con un nuovo convegno organizzato da LUCA e il 5 febbraio con un incontro, sempre all’Excelsior, organizzato dal Comitato commercianti Stop centri commerciali.