“L’occupazione in Italia e in Puglia ha sempre più le sembianze di un atleta a cui hanno tolto le sostanze dopanti: ieri sembrava un campione e oggi, piano piano, sta tornando in fondo alla classifica. Ecco, il Jobs Act ha solo creato l’illusione di una ripresa occupazionale, l’ennesimo spot di questo governo che ora, però, sta svelando il suo vero volto: un bluff clamoroso, che rischia di far ripiombare il lavoro nell’incubo del precariato”. Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, commenta così i dati Inps – Osservatorio sul precariato, che evidenziano come nella nostra regione le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine siano letteralmente crollate.

I numeri sono sconfortanti: 9694 da gennaio ad agosto 2016, contro le 13507 dello stesso periodo del 2015, con gli sgravi del Jobs Act in atto. Diminuiscono, anche se in maniera inferiore, le trasformazioni da apprendistato a tempo indeterminato, 1901 contro 1982. Nel complesso, la variazione segna un -28,2%. Calo deciso anche per l’attivazione di nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato in Puglia: 51821 contro i 78528 del 2015, che in termini percentuali fa -34%, addirittura al di sopra della media nazionale pari a -32,9%. Un dato che neanche il leggero aumento dei contratti a tempo determinato e di apprendistato riesce a colmare, visto che ne deriva comunque un saldo negativo pari a -8,8%, anche in questo caso superiore alla media nazionale.

“Senza reali politiche attive del lavoro – attacca ancora Pugliese – la luce in fondo al tunnel non la vedremo mai. E poi occorrono investimenti strutturali che creino le condizioni, per tante aziende pugliesi e meridionali, di competitività con i mercati nazionali ed esteri. Bisogna sbloccare tanti cantieri, piccoli e grandi, impantanati in pastoie burocratiche, investire con decisione in infrastrutture, in sicurezza sui posti di lavoro, nella formazione professionale. Gli interventi spot lasciano il tempo che trovano, quando non lasciano addirittura macerie”.

Boom dei voucher, invece, in Puglia: 4.652.023, +33,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Le modifiche introdotte dal Jobs act – prosegue Pugliese – con l’eliminazione di restrizioni soggettive e oggettive nonché l’innalzamento a 7.000 euro netti l’anno a prestatore di lavoro, hanno ulteriormente deformato l’istituto scardinando il concetto di lavoro occasionale per cui era concepito e determinando la esponenziale sostituzione di potenziali rapporti subordinati attraverso forme poco tutelanti per i lavoratori, basti pensare all’assenza del diritto a malattia nonché a maternità e indennità di disoccupazione in quanto i voucher sono esentati da contributo”.

“Dunque, ulteriori negatività per tutti gli attori del sistema: anzitutto il lavoratore risulta privo di una vera copertura pensionistica, senza sottovalutare l’instabilità nel lavoro e nella vita. Poi, il danno alle casse dello Stato per mancato gettito Irpef e, quindi, quello all’Inps per il mancato versamento del contributo previdenziale. Urge una tempestiva riflessione da parte del governo nazionale – chiosa il Segretario generale della UIL regionale – altrimenti questo fenomeno rischia di andare fuori controllo. Si pensi a correttivi quali la tracciabilità sana dei voucher con la comunicazione precisa dell’inizio e della fine del lavoro, l’abbassamento del limite economico e l’esclusione di taluni settori già dotati di flessibilità in materia di rapporti di lavoro”.