“Si può bene immaginare la disperazione di un produttore agricolo che vede il suo lavoro di un anno irrimediabilmente compromesso e l’unica maniera di salvarlo è un intervento tempestivo, chiamando a lavorare immediatamente qualcuno”. A parlare è Biagio Cistulli, imprenditore agricolo di Adelfia che, recentemente ha espresso indignazione per il regime di controlli da parte dell’ispettorato del lavoro nei campi, giudicato asfissiante, specie in seguito del mal tempo e dei danni che le grandinate dello scorso fine settimana hanno provocato alle coltivazioni locali.

“Mi pare veramente fuori luogo inviare dei controlli il giorno dopo la grandinata – Commenta Cistulli –  perché può essere anche accaduto che qualche produttore abbia chiamato qualche amico per farsi aiutare nella verifica dei danni. Ma il problema non è questo, noi non siamo contro i controlli, è solo l’occasione per criticare la normativa sulla sicurezza in agricoltura”.

L’imprenditore giudica assurda la normativa sulla sicurezza in agricoltura. Il lavoro nei campi è stagionale e strettamente legato ai ritmi della natura, non dell’uomo. Le coltivazioni procedono e hanno bisogno di interventi e di lavoratori anche in periodi in cui la normale amministrazione si ferma per riposo. L’esempio più banale: provate voi a dire a una vacca che la domenica il fattore non la mungerà perché deve riposare.

“Sottoporre un lavoratore a visita medica preventiva o al corso di formazione obbligatorio per l’assunzione in questo periodo è complicatissimo, per le ferie tanto dei medici quanto degli enti che organizzano i corsi – spiega Cistulli –  Nei giorni scorsi c’è stato un incontro tra associazioni datoriali e il prefetto proprio per chiedere una deroga a questa normativa per poter essere quanto più veloci possibile negli interventi in campagna.

“Del resto, a far sorridere è l’idea stessa di poter applicare al lavoro agricolo una normativa per la sicurezza applicabile negli altri settori – continua l’imprenditore –  Un esempio è l’obbligo di far portare al dipendente le scarpe antinfortunistica in operazioni come l’acinellatura. L’azienda dovrebbe fornire le scarpe antinfortunistica a un lavoratore che potrebbe venire per un solo giorno, o addirittura dare il proprio nominativo e non presentarsi, per compiere un lavoro come l’acinellatura”.

L’acinellatura è il lavoro di eliminazione degli acini di ridotte dimensioni dai grappoli d’uva, comunemente conosciuto come “Acinino”. Si tratta di un lavoro stagionale, che molti di noi hanno fatto nei periodi più squattrinati della nostra giovinezza, che si esegue d’estate, nei campi, ad altezza suolo, lontano dall’alta tensione, a temperature anche di 40°.

“Noi ormai siamo sottoposti a un regime di controlli che è qualcosa di asfissiante – conclude Cistulli – chiederemo che chi fornisceprodotti agricoli extracomunitari venga sottoposto allo stesso regime di controlli, altrimenti è chiaro che partiamo già svantaggiati. Se a qualcuno è permesso fare ciò che a noi non è permesso, è chiaro che il regime concorrenziale viene meno”.