Il Consiglio Generale Interregionale della FNP-CISL Puglia Basilicata si è riunito martedì 5 luglio presso la Camera di Commercio di Bari. Una riunione nel corso della quale è stato presentato alla stampa il nuovo sito www.fnpcislpugliabasilicata.it. Un sito dinamico, aggiornatissimo e di facile consultazione realizzato dall’agenzia Guastella Communication di Bari.

Ai lavori del Consiglio hanno partecipato il Segretario Generale USI CISL di Puglia Basilicata, Daniela Fumarola, e il Segretario Nazionale, Patrizia Volponi. Durante la giornata è stata analizzata l’attuale situazione politico-organizzativa e affrontati anche i temi più caldi del momento: giovani, pensioni, sanità e lavoro.

“Sono circa 100mila in Puglia le persone anziane che rinunciano a curarsi perché non se lo possono più permettere – dice nel suo intervento il segretario generale Interregionale FNP-CISL Puglia Basilicata, Vitantonio Taddeo -. Si tratta di persone il cui reddito non garantisce più il diritto alla salute. Su una platea di 900mila pensionati in Puglia, 100mila anziani è una quota molto consistente. Le liste d’attesa sono troppo lunghe e le persone anziane non possono aspettare mesi o anni per avere una prestazione. Vorremmo fossero questi i temi trattati in Regione e non, in maniera ragionieristica, di compatibilità rispetto alla spesa: vogliamo che si parta dai problemi che le persone vivono”.

“La sanità pubblica nel nostro Paese – continua Taddeo -, soprattutto in Puglia, non sta garantendo servizi fondamentali ai cittadini e alle persone in stato di disagio. In particolare alle persone anziane e non autosufficienti”.

L’occasione è stata poi utile per sciorinare un po’ di numeri. Per quanto riguarda l’economia, nel 2015 la Puglia pare sia tornata a respirare: una lieve crescita evidenziata da un aumento del 3,8% del fatturato industriale e dalla crescita del 2,4% dell’occupazione, pari a 27mila unità. Un incremento che ha portato alla conseguente riduzione del tasso di disoccupazione che si attesta al 19,7%. Tra i settori produttivi che hanno registrato le migliori performance, senz’altro quello meccanico. In ripresa anche il settore calzaturiero, che tra il 2011 e il 2014 ha aumentato l’export del 4,5% per 276 milioni.

La percentuale di giovani che nel 2015 viva ancora in famiglia con mamma e papà è del 70,1% dei ragazzi tra i 25 e i 29 anni e il 54,7% delle coetanee, percentuali in decisa crescita rispetto a venti anni prima (rispettivamente 62,8 e 39,8%).

Anche le nuove generazioni coi capelli grigi sono molto diverse da quelle del secolo scorso. Arrivano alla soglia dell’età anziana in condizioni di salute decisamente migliori rispetto alle precedenti, cosa che favorisce l’invecchiamento attivo, con la partecipazione alla vita sociale, economica, culturale e civile. Tra le numerose attività degli anziani, non bisogna dimenticare quella di nonno. In media, rileva l’Istat, lo si diventa a 54,8 anni. Cresce, inoltre, il ruolo attivo dei nonni: l’affidamento dei nipoti fino a 13 anni li coinvolge nell’86,9% dei casi.

Ne consegue che l’Italia è un Paese dove non si fanno figli e la principale causa è la precarietà del lavoro femminile, e il fatto che troppo spesso mancano servizi per le famiglie. Molte donne dopo il secondo figlio, se non già dopo il primo, sono costrette a lasciare il lavoro. I dati vedono l’Italia agli ultimi posti in tema di accesso agli asili nido. Bisogna quindi affrontare temi come la disoccupazione, ma anche la qualità del lavoro, ridisegnando un welfare a misura di donna, di famiglia e di infanzia.