Il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, i fatti del Petruzzelli li conosce bene: La storia dei quattordici orchestrali, le stabilizzazioni negate, i consorsi per le assunzioni triennali di Fuortes con l’appoggio di certi sindacati, certa parte del ministero e della politica. A questo punto della bagarre, in cui ognuno spara grosso per difendere posizioni – in alcuni casi indifendibili – generate dall’arroganza, interviene in gamba tesa con una dichiarazione per molti versi durissima.

“Ancora una volta si rischia di scadere nella polemica politica piuttosto che fare uno sforzo comune per trovare le soluzioni possibili per dare certezze future al Petruzzelli ma soprattutto ai suoi lavoratori – ammonisce il segretario generale della Cgil – Quelli attuali e quelli che si sono visti riconoscere il proprio diritto al lavoro dalla Giustizia Italiana”. Sì, perché in tutta questa faccenda l’elemento fose più snobbato è proprio la giustizia italiana, snobbata anche quando avrebbe dovuto essere l’elemento da seguire per evitare di creare illusioni e ritrovarsi nell’attuale pantano.

“Le istituzioni non si sentano escluse dalle proprie responsabilità. Il fallimento della fondazione Petruzzelli, il Crac economico del più grande e prestigioso teatro della regione equivarrebbe al fallimento della politica e delle istituzioni regionali – tuona Gesmundo – Bisogna impegnare il ministero, che ha grandi responsabilità in tutta questa triste vicenda. Adesso è il tempo delle proposte e dei luoghi di confronto. Si attivi immediatamente la task force per l’occupazione. E per favore questa volta si faccia sul serio”.

Proprio sulla task force regionale arriva la precisazione, l’affondo di Gesmundo, in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate recentemente dal direttore generale del Comune di Bari, Davide Pellegrino, all’epoca dei fatti in questione proprio a capo di quella task force.

“Leggere che la task force era dalla parte dei lavoratori e che la responsabilità delle mancate stabilizzazioni furono solo del ministero è una verità edulcorata e parziale – incalza Gesmundo – La Regione Puglia, dal sul Presidente al suo assessore, a quel tempo non si dimostrarono proprio a favore della stabilizzazione dei lavoratori. Anzi!!! Ma quella è storia passata! I lavoratori sanno bene come i fatti si svilupparono in quei tragici e per loro difficili momenti! Adesso bisognerebbe chiedere loro scusa come atto riparatorio e riabilitazione morale e professionale. E per favore si eviti di infierire con atti meschini raccontando bugie!”