“Finalmente un’ipotesi di una qualche concretezza, dopo anni di inutili chiacchiere, nel corso dei quali l’azienda è stata colpevolmente lasciata affondare, nell’indifferenza generale, fino alla drammatica situazione attuale, al commissariamento, ad un possibile, disastroso fallimento”. È quanto dichiarano congiuntamente il segretario generale della Filt Cgil Alessandro Rocchi e dalla segreteria generale della Filt Puglia Maria Teresa De Benedictis sulla situazione delle Ferrovie Sud Est spiegando che “per verificare adesso l’effettiva concretezza e la sostenibilità dell’ipotesi di intervento del Gruppo FS già da lunedì prossimo i tecnici del Ministero di Infrastrutture e Trasporti e delle due aziende devono delineare i possibili scenari del Piano Industriale”.

Secondo i due dirigenti sindacali della Filt nazionale e pugliese: “sono quattro i fondamentali temi, tra loro strettamente intrecciati. Il primo è l’assetto giuridico e proprietario dell’eventuale nuovo soggetto d’impresa che deve essere compatibile con le norme europee e nazionali in materia e considerando che FSE opera sia servizi su ferro che su gomma e gestisce un’infrastruttura ferroviaria di quasi 500 km. Nell’ambito di questo primo tema si colloca la valutazione degli assets interessati e, ovviamente, la gestione del gigantesco debito accumulato da FSE. Secondo tema da considerare nel piano industriale – spiegano Filt nazionale e regionale Puglia – la continuità produttiva intesa, in primo luogo, come offerta erogata nell’immediato, nella successiva fase di transizione aziendale e, a regime, nel nuovo assetto proprietario, comprendendo altresì, almeno in quest’ultima fase, anche prospettive di sviluppo qualitativo e quantitativo dell’offerta stessa. Tema fondamentale – proseguono – la continuità occupazionale, sia in materia di livelli che di disciplina dei diversi aspetti relativi ai rapporti di lavoro. Serve – sostengono infine i due dirigenti della Filt – un tempo di affidamento diretto del servizio che, anche qui compatibilmente con le norme europee e nazionali in materia, consenta di dare un idoneo sostegno al processo di ristrutturazione e riorganizzazione dell’azienda, nonché ad un piano di investimenti, ormai evidentemente indispensabile, per il progressivo adeguamento di infrastruttura e flotte”.