È da qualche settimana che non scriviamo delle vicende relative alla STP, la ex Società di Trasporto della Provincia di Bari, adesso dell’Area Metropolitana. Qualcuno aveva persino ipotizzato ci fossimo venduti al padrone. Li chiamano ancora così, seppure si tratta di amministratori di aziende pubbliche. Certo, dovrebbero rappresentare tutti, ma come nel caso specifico rispondono solo a una certa parte politica, esattamente come quelli prima di loro.

Il 27 maggio, per un errore ingiustificabile perché grossolano, i dipendenti della STP non hanno ancora preso lo stipendio. È arrivato solo oggi. Inspiegabile se si pensa che il bilancio aziendale è in attivo di un milione di euro e problemi economici proprio non ce ne sono. In compenso, però, i muri degli uffici sono stati ridipinti e colorati con tonalità fashion, più modaiole. Basta col bianco. E allora qualcuno comincia a storcere il naso: che c’entra una professoressa di filosofia alla guida di un’azienda di trasporto pubblico? E che c’entra che si faccia accompagnare e prendere dalla scuola dove insegna dall’autista pagato coi soldi pubblici? Effettivamente non c’entra un piffero, ma è legata alla corrente politica della consigliera Maurodinoia e tanto basta. La professoressa Pastore, per di più, conserva le diciannove deleghe che furono del suo predecessore. La cosa non piace a moti, tanto che a breve il presidente Roberto Gargiuolo porterà in assemblea dei soci la redistribuzione delle deleghe. Per la serie: il troppo stroppia.

Chi non avrebbe dovuto aspettare di ricevere lo stipendio è stato il nuovo segretario dell’amministratore delegato (la professoressa di filosofia), collega giornalista ed ex sindaco di Gioia del Colle. Piero Longo, infatti, è stato assunto con un contratto che fa capo a un’agenzia interinale e parliamo di un compenso di circa 3.300 euro al mese, paragonabile all’inquadramento di un dirigente. Mica bruscolini. E da dirigente pare che l’assistente della professoressa abbia iniziato a comportarsi.

Fa riflettere la circostanza secondo cui la professoressa abbia assunto il suo segretario lo stesso giorno dell’insediamento in azienda. Assunzione avvenuta dalla stessa agenzia interinale di sempre. Il collega, che conosciamo personalmente, ha certamente un curriculum valido. La sua professionalità non è in discussione. Da lui, però, aspettiamo soprattutto una smentita in merito alla data di iscrizione all’agenzia, per qualcuno troppo vicina a quella dell’assunzione alla STP.
Nessuna novità in merito alla gara di affidamento per il servizio di vigilanza, vinta regolarmente da un’azienda che non ha mai preso in carico il servizio. Entreremo più nello specifico, anche per capire se è vero che il benedetto affidamento farebbe risparmiare alla STP diversi soldini rispetto all’attuale assunzione di personale, manco a dirlo fornito dall’agenzia interinale.
In tutta questa vicenda, come nel caso della Bosch, ciò che colpisce è il silenzio dei sindacati, ai quali spesso ci sostituiamo per esternare il malcontento dei dipendenti di aziende pubbliche e private. Come abbiamo denunciato in passato, l’impego di lavoratori interinali, presi di qua o di là a seconda della corrente politica di appartenenza, è sempre stato il bancomat dei consensi. Dopo i nostri articoli, finalmente 30 autisti erano stati assunti scrorrendo dalla graduatoria, seppure a tempo determinato per sei mesi. Purtroppo, però, ci riferiscono che l’azienda, per bocca del suo responsabile del personale, la dottoressa Santeramo, abbia dichiarato in varie occasioni che quei lavoratori a scadenza di contratto dovranno andare a casa. E da chi sarebbero sostituiti? Manco a dirlo da personale fornito dall’agenzia interinale. Anche in questo caso – pare con il supporto di alcuni soci – il presidente Gargiuolo, che non smentisce ma neppure conferma, avrebbe portato la cosa all’attenzione dei revisori dei soci, perché assumere direttamente sarebbe molto più economico che fare ricorso agli interinali.
In attesa di sentire i sindacati e aspettando che qualcuno risolva il suo datato conflitto di interessi, speriamo che i sindaci di Bari e quello di Trani, oltre ai restanti soci, intervengano energicamente per il ripristino delle regole, evitando così di rendere la STP solo ed esclusivamente un pezzo della torta da dividersi prima e dopo le elezioni di ogni tipo.