“La strategia di Eni incentrata fuori dal nostro Paese è perdente e rappresenta un pessimo segnale di sostanziale ridimensionamento per il sistema industriale nazionale e pugliese, che invece si aspetta, dal Governo, iniziative che rilancino la produzione e l’occupazione locale. Così si rischia di perdere definitivamente una filiera industriale fondamentale, oltre a mettere a rischio il futuro di tanti lavoratori”. Aldo Pugliese, segretario generale della UIL di Puglia, esprime così solidarietà e supporto allo sciopero generale di 8 ore del Gruppo ENI indetto da UILTec, Filctem Cgil e Femca Cisl per la giornata del 19 febbraio.

“L’Eni deve rimanere italiana – continua Pugliese – e non può essere venduta e ancora meno dismessa a chicchessia. Per la Puglia poi, sarebbe l’ennesimo clamoroso smacco. La proposta dei sindacati unitari di categoria di favorire l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti pare la più sensata di tutte: perché non è presa in debita considerazione? Perché si continua in maniera ostinata a insistere sulla dismissione di tanti gioielli del settore industriale nazionale mentre sui giornali si continua a parlare, senza alcun fondamento logico, di crescita e di sviluppo? Sia chiaro, senza un piano industriale nazionale serio e lungimirante non ci saranno né crescita né sviluppo, ma solo una crisi eterna e un declino senza fine”.

E ancora: “Il petrolchimico di Brindisi, con significativi investimenti e grazie al senso del dovere e alla professionalità dei lavoratori, ha sviluppato un’ottima potenzialità produttiva, nonché la sicurezza degli impianti. Siamo preoccupati perché potrebbe essere l’ago della bilancia ed essere sacrificato, unico tra tutti, per il definitivo esito dell’operazione che prevede la vendita al fondo investimento FK Capital. Ecco perché chiediamo un intervento deciso e immediato anche da parte delle istituzioni locali, Regione Puglia in testa, al fianco delle parti sociali, per reindirizzare la rotta verso una valorizzazione della produzione nazionale”.