Un aereo della Ryanair.

Stop ai contributi indiretti dalla Regione Puglia a Ryanair, non un alt definitivo ma quanto meno un “parliamone”. Alla vigilia di San Silvestro Michele Emiliano ha bloccato quasi 14 milioni di euro, soldi che sarebbero dovuti transitare su Aeroporti di Puglia per promuovere il turismo verso le nostre mete. Tradotto, soldi per portare gli aerei della compagnia irlandese a Bari e Brindisi con un accordo stipulato tempo fa dalla giunta Vendola, rinnovato a ottobre 2014. Al Governatore non è piaciuto scoprire all’ultima riunione di giunta che c’erano da versare tutti quei soldi e ha detto no, anche perché la vicenda dei contributi alla compagnia low cost interessa da tempo anche la magistratura.

Della cosa se ne riparlerà a breve, smaltita l’abbuffata di panettone. Intanto, però, le reazioni non si sono fatte attendere. «Lo stop imposto dal governatore Michele Emiliano al finanziamento a Ryanair è solo una decisione di estremo buonsenso, nonché fedelmente legata alla legge. Del resto, come UIL, sosteniamo da anni che i 14 milioni versati dalla Regione Puglia alla compagnia irlandese siano ingiustificabili dal punto di vista legale, nonché un chiaro esempio di concorrenza sleale nei confronti delle tante compagnie aeree interessate agli scali aeroportuali regionali».

Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, accoglie positivamente la presa di posizione del presidente regionale. E aggiunge: «Al di là di quanto emerge dagli studi condotti da UniSalento, non è certo un segreto che il contributo regionale a Ryanair abbia, di fatto, generato più che altro turismo passivo, piuttosto che turismo in entrata, che invece sarebbe quello auspicabile per la nostra regione. Come dire: sono più i pugliesi che hanno approfittato dei voli low cost per trascorrere le vacanze all’estero che gli stranieri che hanno scelto la Puglia quale meta delle ferie grazie ai voli disponibili. Tirando le somme, i 14 milioni si sono rivelati più un costo che un vantaggio per il nostro territorio».

C’è poi la questione legale. «Del tanto pubblicizzato piano marketing che Ryanair avrebbe dovuto mettere in moto in cambio del lauto finanziamento non c’è traccia, tranne qualche apparizione poco visibile e fugace sul sito. Inoltre, per stanziare quei fondi, la normativa prevede un bando a evidenza pubblica, che la Regione si era compromessa a pubblicare, senza mai passare dalle parole ai fatti».

«Non dimentichiamo – conclude Pugliese – che la compagnia aerea irlandese paga nel proprio Paese d’origine le tasse e le imposte, comprese quelle relative al personale, il che costituisce una beffa clamorosa, in quanto i lavoratori della compagnia godono di tutti i servizi, a partire da quello sanitari, garantiti dal nostro Paese e dalla Regione Puglia. Insomma, ci auguriamo che la decisione di Emiliano sia la base su cui ricostruire una nuova gestione, efficace e trasparente, di Aeroporti di Puglia. Siamo stanchi di ripeterlo: stiamo perdendo occasioni fondamentali per dare impulso alla nostra economia e a settori vitali per la stessa come il turismo, l’industria o il commercio. E la Regione Puglia, proprietaria al 99% di Aeroporti di Puglia, la cui gestione, come dimostrano anche le tante indagini della magistratura, è a dir poco fallimentare, ha il dovere di intervenire concretamente, non solo sulla questione Ryanair, ma anche sui continui ritardi per l’ampliamento della pista del Gino Lisa di Foggia o sulla storiella del servizio cargo per l’Arlotta di Taranto-Grottaglie, ripetuta allo sfinimento da Di Staso prima e da Fitto e Vendola poi, senza alcuna conseguenza pratica, al fine di valorizzare una rete aeroportuale competitiva a livello nazionale ed europeo».