La città di Altamura si stringe attorno alla Dema Impianti e consegna nelle mani del sindaco Giacinto Forte una petizione popolare sottoscritta da 330 persone. La triste vicenda della ditta altamurana, che il prossimo 28 settembre siederà davanti a un giudice del Tribunale di Bari per un’udienza pre-fallimentare, inizia nel 2009. Quando il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna, che si aggiudica l’appalto pubblico per la costruzione della Nuova Cittadella dell’Economia di Capitanata, tramite il CAT di Ravenna, contatta la Dema Impianti e, consorziandola, le affida lavori per un importo pari a 1.792.000 euro.

L’intricata faccenda dell’appalto in questione, diventata di dominio pubblico dopo le interrogazioni parlamentari depositate degli onorevoli L’Abbate (M5S) e Ventricelli (PD), ha causato il dissesto della Dema Impianti. Un’azienda che da fatturare circa 4 milioni di euro all’anno si è vista costretta in poco tempo a licenziare tutti i propri dipendenti. Pur vantando, in relazione ai lavori commissionati, un credito milionario.

Il silenzio da parte degli organi istituzionali ha spinto Pietro Marvulli, Massimiliano Scalera e Salvatore Lograno a promuovere una petizione popolare sulla piattaforma online petizionepubblica.it attraverso la quale sono riusciti a raccogliere 330 firme. Di fatto, 330 persone che si rivolgono alle istituzioni per tentare di salvare decine di famiglie andate in malora insieme all’azienda. Le petizione, oltre che al sindaco di Altamura, è stata inviata anche al presidente della Regione Puglia, al Ministro per le Economie e le Finanze, al Ministro per lo Sviluppo Economico e al Ministro per il Lavoro e lo Sviluppo Sociale. Nell’attesa che il silenzio possa diventare voce di speranza.