Il M5S chiede chiarezza sulle responsabilità che hanno trasformato il miracolo della donazione del sultano al Conservatorio Piccinni in uno dei più vergognosi scandali degli ultimi anni in ambito culturale e formativo. Interrogazione parlamentare a firma di Giuseppe Brescia sul silenzio della Fondazione Giovanni Paolo II.
Nel 2008 il sultano dell’Oman Qaboos bin Said, in visita nella nostra città, decise di donare tre milioni di euro al Conservatorio Piccinni di Bari.

Quante cose straordinarie si possono fare per i giovani allievi con cifre di questa portata: borse di studio, orchestre giovanili, master, strumenti, pubblicazioni, concerti, tutto per assolvere allo scopo iniziale della donazione: finanziare la crescita musicale degli iscritti al Conservatorio Piccinni e quindi di tutta la cultura barese e metropolitana. Il conservatorio doveva farsi garante della corretta e trasparente distribuzione di questo lascito, ma dopo due anni ecco il secondo “miracolo”, tutto barese: per amministrare i soldi dell’ente pubblico Piccinni nel 2010 nasce una fondazione privata denominata “Giovanni Paolo II”; una entità costituita in modo non trasparente e non condiviso, formata da membri non eletti.

Ad oggi, a sei anni e mezzo dal “miracolo del sultano” e a 4 dal “miracolo barese” sono stati emanati, pare, solo tre bandi per borse di studio e distribuiti forse meno di 200.000 euro, in modo assolutamente discontinuo, disorganico, senza una programmazione artistica e formativa seria. Da più di un anno, inoltre, tutto tace. 
Come è ormai noto fino al 2013 sono state avviate interrogazioni parlamentari e segnalazioni alla procura per rispondere ad alcune domande sul conservatorio barese e sulla fondazione, sulla donazione paralizzata nelle mani di pochi che si sono auto nominati come garanti spesso per di più in situazione di conflitto di interessi e sulle precise responsabilità dei due cda. Tali interrogazioni e controlli si concentravano in modo predominante sulla figura dell’ex direttore Monopoli; era stato lui, nel 2010, a rendere noto al Consiglio Accademico della nascita della fondazione il cui Presidente era il noto Avvocato Loiodice e gli altri membri del consiglio di amministrazione il Presidente e il Direttore del Conservatorio, l’allora direttore dell’Afam e un docente e un allievo non eletti. Della nascita di questo ente privato erano all’oscuro Collegio dei docenti e Consiglio Accademico del Conservatorio, oltre che gli allievi e i loro rappresentanti.


In realtà il Piccinni avrebbe potuto gestire autonomamente quei fondi senza avvalersi di alcuna entità esterna, inevitabile fonte di perdite di denaro e della crescita esponenziale di problemi burocratici volti a rallentare e paralizzare qualsiasi proposito. Infatti gli anni passano mentre i membri del cda di questa “fantasmatica” fondazione percepiscono gettoni di presenza per le loro sedute e gli allievi di tutta l’area metropolitana barese lottano con le difficoltà economiche legate al loro percorso di musicisti. Ma la speranza rinasce con l’elezione del nuovo direttore: Schiavo infatti si impegnava, poco più di un anno fa, sia nei suoi proposito elettorali ,sia nei primi mesi di incarico, a fare chiarezza sulle responsabilità, sulla reale situazione della Fondazione e sulle sorti dei famosi tre milioni di euro. Ricordiamo che il Maestro Schiavo aveva anche assunto posizioni di protesta, rifiutandosi nei primi mesi del suo mandato di partecipare ai cda della fondazione e avvallando l’ipotesi di uno scioglimento della stessa.


Dal lato opposto a fine gennaio 2014 l’Avvocato Loiodice dichiarava di aver intenzione di rilanciare la fondazione nominando un direttore generale, strutturando una segreteria e un team organizzativo (pagati con quali soldi?) e ricostituendo il consiglio di amministrazione con membri non eletti ma nominati dall’alto.
Ad oggi della Fondazione Giovanni Paolo II e dei soldi non c’è più traccia neanche sulla rete. Il nuovo sito del Conservatorio ha eliminato dal menù la parte relativa ai soldi del sultano e anche alla voce borse di studio non compare alcun riferimento. La fondazione pare non esistere se non nel vecchio sito del Piccinni e negli articoli sui ripetuti scandali. Cosa é successo a partire da febbraio 2014?


Se qualcuno si è dimenticato di questo increscioso scandalo, se è passato talmente tanto tempo che molti nuovi allievi neanche conoscono questa vicenda, se molti hanno paura a porre domande per non provocare inquietudini, ebbene il M5S cerca chiarezza con una nuova interrogazione parlamentare, perché le attese sono state sin troppe.
Nell’attesa di dovute risposte agli allievi del Piccinni, ci rallegriamo per i veri miracoli: il sultano generoso donò nella stessa occasione 2 milioni di euro all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII con i quali sono stati prontamente acquistati un angiografo, una macchina cuore polmone (Cec), un sistema di monitoraggio durante Cec, un ecografo.