Tecnicismi, rivendicazioni e i più politichesi “premesso che” continuano a tenere alta la tensione tra gli operatori del 118 Barese, con possibili ricadute non trascurabili sui cittadini in difficoltà. Se siamo arrivati al tutti contro tutti è anche per via di una gestione del servizio non sempre trasparente, in cui si è favorito il lavoro nero pagato dagli enti pubblici. Una situazione che adesso sta stretta a tutti.

Sta stretta intanto alle associazioni di volontariato, se di volontariato si può parlare. Stanche di essere stampella in proroga alla Convenzione regionale e in attesa dell’internalizzazione del personale attraverso l’assunzione in Sanitaservice (società in house della Asl di Bari), le associazioni chiedono i soldi necessari per raddoppiare il numero di assunti in ognuna delle postazioni 118 del territorio barese. Non sono disposte a mollare la presa, quantomeno fino a gennaio del 2022.

Dopo l’ennesima promessa di assunzione, infatti, Sanitaservice ha fatto sapere che quella sarà la data in cui sarà possibile far partire il servizio in proprio. La difficoltà principale è il reperimento delle ambulanze. La prima gara d’appalto non è andata a buon fine. La Sanitaservice quindi ritiene “presumibilmente” possibile partire a gennaio 2022, sempre non ci siano altri intoppi o non si riesca a trovare prima di quella data mezzi in affitto. Uno contro tutti dicevamo.

Un nutrito gruppo di assunti e volontari ha preso in maniera netta le distanze dalle associazioni. In un post pubblico sui social girato in questi giorni fanno sapere di essere pronti a garantire comunque il servizio, purché messi nelle condizioni di poter operare perché un servizio così importante non può essere interrotto. Dal primo settembre, infatti, le associazioni – che hanno già inviato le lettere ai propri dipendenti – faranno partire la cassa integrazione guadagni in deroga fino al 31 ottobre prossimo. Anticamera del licenziamento.

Il rischio è quello che dal primo settembre non ci siano più le condizioni per assicurare il servizio salvavita del 118. Per scongiurare questa ipotesi è intervenuta la Prefettura, per la verità già da tempo a conoscenza della questione. I rappresentanti delle diverse parti in causa sono stati convocati nell’Ufficio del Governo il primo settembre, ma la Asl di Bari ha scritto all’avvocato Tanzarella, il legale che sta seguendo la vicenda per conto di 19 associazioni di volontariato coinvolte nella gestione delle postazioni 118.

Si tenta di arrivare a un accordo prima del tavolo voluto dalla Prefettura, attraverso un vertice preliminare indetto per il 24 agosto alle ore 13. Le parti sono ancora molto distanti tra loro. Gli operatori sono divisi, mentre si continuano a registrare alcuni degli atavici problemi dell’emergenza-urgenza Barese, come turni di lavoro h24 fuori da ogni ragionevole comprensione, se non quella del super guadagno per gli stacanovisti dell’ambulanza. Il quadro venutosi a creare solleva domande legittime.

Come mai non si è intervenuti prima, essendo perfettamente e conoscenza della difficile situazione? Per quale motivo si è dovuto arrivare al punto di rischiare di far collassare il servizio di emergenza-urgenza 118? La burocrazia e i burocrati, spesso con la complicità delle istituzioni, hanno una parte sostanziale di responsabilità. I tempi degli operatori e delle loro famiglie, quelli degli utenti e di chiunque altro non corrispondono mai con quelli imposti dalle leggi e dalla burocrazia. Mai.

Non si sapeva prima che per gestire il servizio 118 ci vogliono le ambulanze? Magari fra qualche mese sarà colpa delle divise. Si tratta di questioni che dovevano essere risolte nel momento in cui si è ufficializzata la volontà di internalizzare. Tanto per ricordarlo in altri pezzi della Puglia, il 118 è già internalizzato. Essere trattati come eroi sui social o in tv è altra roba rispetto a quanto accade tutti i giorni, a maggior ragione quando si tratta di un servizio che fonda la sua efficienza quasi esclusivamente sulla professionalità, la dedizione e i sacrifici degli operatori sanitari e i finti volontari.