Torniamo ad occuparci della tragedia che si è compiuta lunedì 21 giugno in via Gaetano Salvemini, nei pressi di un noto locale barese, dove Roberto Gargaro, 27enne di Casamassima, è deceduto a causa di un arresto cardiaco.

Un’intera comunità è ancora sotto shock, la morte di Roberto però non può passare inosservata e ancora una volta i riflettori vengono posti sul valore del 118.

L’invito rivolto a tutti è quello di non chiamare un’ambulanza per mal di pancia, per un dolore al piede o altri mali minori, in sintesi di non intasare le linee del 118, in modo tale che si possa intervenire per casi urgenti come quello di Roberto.

Quando ci si è resi conto della gravità delle condizioni del 27enne di Casamassima ed è stato richiesto l’intervento del 118, non c’era nessun’ambulanza disponibile sul territorio di Bari. La Centrale Operativa ha inviato così un’automedica, con medico, infermiere e autista a bordo, ma in ogni caso, qualunque fosse stata la diagnosi, i tre non avrebbero comunque potuto portarlo in ospedale viste le caratteristiche del mezzo.

E pensare che a due passi dal luogo della tragedia c’è il Pronto Soccorso della Mater Dei. L’ambulanza ha poi raggiunto l’automedica sul posto della tragedia almeno 45 minuti dopo la chiamata del 118, tempo che è risultato fatale per il giovane affetto da una sindrome.

Le condizioni di Roberto infatti sono diventate sempre più critiche con il passare dei minuti, fino al decesso. Ognuno di noi dovrebbe avere diritto ad una cura adeguata, cosa che il 27enne non ha ricevuto, nonostante l’eccezionale lavoro dell’equipaggio intervenuto.

Non cerchiamo responsabili e non sappiamo cosa sarebbe accaduto se si fosse agito diversamente, ma è chiaro che restano diversi i punti di domanda dopo questa tragedia. A partire dal ruolo centrale della Centrale Operativa, a cui spetta il compito di inviare le ambulanze lì dove è davvero necessario.

L’ultimo pensiero lo rivolgiamo agli operatori del 118, in questa situazione servirebbe un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti. Bisogna lavorare su chi non ha ancora compreso l’importanza del 118 e che questo lavoro va rispettato.