Si è da poco celebrata la giornata mondiale della libertà di stampa. Il vero guaio è che si celebra allo stesso modo delle giornate altrettanto importanti del bacio, della carezza, delle scarpe gialle o del peluche impolverato.

Bla, bla, bla e qualche dichiarazione tanto per dire, in modo a volte sconclusionato, che un giornalista libero assicura un’informazione corretta e per questo “metteremo un campo tutte le risorse necessarie per assicurare una stampa indipendente e libera, vera forza della democrazia”.

Totò, il principe De Curtis, avrebbe fatto una sonora pernacchia. Ciò di cui vogliamo parlare, però, non sono i grandi sistemi, le classifiche o il fatto che, purtroppo, dal 2020 a oggi siano stati uccisi 76 giornalisti in tutto il mondo e molti di più colleghi abbiano subito prigionie e limitazioni di ogni tipo.

Partiamo da un presupposto: l’informazione di strada, quella della porta accanto può valere esattamente come quella in trincea, soprattutto quando la si fa nella propria regione, o peggio ancora città metropolitana. Nello stesso paese in cui si risiede non ne parliamo proprio.

Certo, non rischi di prendere una pallottola – seppure non è sempre vero -, non ti sequestrano, ma possono sempre sputarti addosso, picchiare, insultare e minacciare, persino con la solita e fastidiosissima frase: so dove abiti. Fare informazione fuori dalla porta di casa è una follia, soprattutto quando si tanta di farla provando a mantenere una certa indipendenza.

In questo caso non parliamo di pressioni politiche ed economiche – anche quelle non mancano, per carità -, ma di qualcosa di più quotidiano, non sempre analizzato da chi non ha bene a mente la diversità degli stili giornalistici. Se scrivi di questo o quel furto, spaccio, rapina, è possibile che lo stesso delinquente o il suo avvocato amico ti chiedano di cancellare in pezzo, magari di ritoccarlo e non sempre in modo educato.

Se pubblichi qualcosa che attiene alla vicina di casa, pur avendone oscurato il volto, inizia il cosiddetto bombardamento del “se non la togli ti querelo”, perché la vaiassa potrebbe essere riconosciuta dall’amica di merenda. Senza contare il dramma social. Sì, perché in un periodo in cui su Facebook, Youtube, Tik Tok, Instagram e Telegram gira ogni sorta di porcheria, e per di più senza alcun filtro, tu – essendo una testata giornalistica – devi edulcorare, dire e non dire, in molti casi persino mistificare.

Sì, tu non puoi perché sei un giornalista e certe cose non vanno dette come sono, peggio ancora non devi farle vedere per la bigotta censura ai tempi del “tutto e subito”. Bla, bla, bla, soprattutto nell’informazione locale, dove quasi tutti scelgono il politicamente corretto, il disgustosamente accomodante per non avere rotture di scatole, al motto: “Tengo famiglia”.

Veline, comunicati stampa e false inchieste di argomenti stravecchi presentati in sala agrodolce, in modo da non scontentare il grosso gruppo industriale, in molti casi proprietario del giornale e dei giornalisti. Gli stessi gruppi industriali rimasti tra i pochi a poter fare un po’ di pubblicità sul quotidiano, sempre meno letto nella forma cartacea. Sta cambiando tutto e molto in fretta, ma gli organi che regolamentano la stampa dormono beatamente, tanto prima o poi saremo costretti a mettere mano alla riforma.

E allora siamo tutti complici di una preoccupante fase di stagnazione di un settore senz’anima. Un giornalismo appiattito, in cui la maggior parte degli operatori sono dopolavoristi, vecchie firme in pensione, giovani e meno giovani costretti a collaborare con almeno due testate, persino concorrenti tra loro per portare un tozzo di pane duro a casa, hobbisti e lobbisti.

Un giornalismo d’avanguardia solo sulla carta, capace di fare accumulare rogne e disperde ciò che resta della dignità umana e professionale. Dal canto nostro, grazie al cielo con una visione diversa rispetto al passato, fin quando sarà possibile continueremo ad andare fino in fondo, in buona fede seppure non senza compromessi quando necessario, per la serie: “Tutti teniamo famiglia”. E quando qualcuno ostenterà coscienze immacolate, sappiate che sono solo sbiancate.