Siamo arrivati al punto che un giornalista senta la necessità di chiamare i Carabinieri per farsi riaccompagnare a casa. Non succede in un quartiere malfamato di una grande città, ma nella contrada Auricarro a Palo del Colle, uno dei paesi del Barese con il più alto numero di positivi al coronavirus.

Protagonista della vicenda è Paolo Ruscitto, collega di Radio Selene che più di chiunque altro in questi mesi ha saputo raccontare ciò che accadeva in paese. Esattamente come abbiamo fatto noi del Quotidiano Italiano alcuni giorni fa, Ruscitto ha denunciato in diretta facebook, ma senza inquadrare nessuno, l’affollamento della frazione di campagna alla vigilia del “liberi tutti”.

La presenza del giornalista non è stata gradita e qualcuno si è lasciato andare a gesti volgari e pesanti minacce del tipo: “Speriamo che ti taglino la testa”, quando sul posto erano già arrivate due pattuglie dei Carabinieri. La cosa sconcertante è che all’arrivo dei militari nessuno ha sentito la necessità se non altro di allontanarsi mantenendo la distanza di sicurezza.

Stando alle testimonianze raccolte, un giovane avrebbe provocato a tal punto uno dei militari da arrivare quasi alle mani. Il giornalista, preoccupato per la sua incolumità, è stato costretto a chiedere ai Carabinieri di essere riaccompagnato a casa, avendo raggiunto a piedi il luogo della diretta. Non è la prima volta che alcuni cittadini di Palo si rendono protagonisti di tali gesti o che commentando post di denuncia scrivano pesanti offese e minacce, come se la pandemia l’avessimo provocata noi e le limitazioni alle libertà personali le avessero stabilite i giornalisti. Storie di ordinaria follia, che stigmatizziamo in maniera perentoria esprimendo solidarietà al collega Ruscitto.