Prima a cercare un barbiere aperto, poi a fare la spesa, un po’ d’aria sulla panchina e la lettura dei quotidiani in edicola. E siamo ancora nel lockdown. Le passeggiate come quella di questo anziano signore preoccupano e non poco. Gli spostamenti non necessari adesso cominciano a essere la maggior parte, anche in considerazione dei minori controlli. L’aria che si respira è quella del “tana libera tutti”. Del resto, se il Governo autorizza a tornare dai parenti fino a quelli di sesto grado, è ovvio che si abbia molta confusione.

Da un lato si continua a fare “terrorismo” – tanto per dirla col linguaggio dei complottisti -, dall’altro si concedono pretesti per animare le città moribonde. “Restate a casa”, “Se non lo fate richiudiamo tutto” e via dicendo, mentre si premiano i congiunti alla lontana. La confusione è tanta e i più spaesati sono gli anziani. A loro, che hanno vissuto altre crisi, il cornonavirus non preoccupata. Così come non sono per niente preoccupati uomini e donne che non sanno più come sfamare i propri figli e quindi vivono continuamente nel rischio.

La fase 2 o 1 più 1 o 2 meno 1 come dice qualcuno parte senza la contestata applicazione per il tracciamento, che forse sarà pronta per il 18 maggio. Senza contare che i test sierologici – ammesso che servono a qualcosa – non sono stati fatti, in qualche caso anche dove sono stati annunciati in pompa magna. In fin dei conti ripartiamo completamente al buio.

È come la storia delle mascherine e degli altri dispositivi di sicurezza arrivati nel pieno della pandemia, con grande esaltazione di molti. Un pensiero va ai tanti ignari positivi asintomatici, ai quali non è stato fatto il tampone. Insomma, la situazione è particolarmente delicata.

Più che i decreti, le leggi e le regole, alle quali abbiamo ampiamente dimostrato di non essere avvezzi, bisognerebbe fare affidamento sul buonsenso e sul livello di responsabilità di ciascuno. Dobbiamo tornare a vivere e lavorare, ma facciamolo in sicurezza, per la sicurezza di chi amiamo e anche per evitare di essere rimessi in gabbia nel giro di un paio di settimane. Non contribuiamo al virus come hanno fatto tanti italiani finora.