L’infermiere complottista del Policlinico, il dissociato cino-barese o il capotreno impaurito. Sono alcuni dei protagonisti delle bufale in circolazione su whatsapp. Nelle comunicazioni, diffuse più veloci di un virus, vengono fatti inviti idioti e raccomandazioni persino contrarie al buon senso.

La gente ci casca, crede alle eresie, salvo poi condivide la vignetta della bottiglia di birra Corona (come il virus) isolata da un plotone di colleghe di altra marca. Passi se a diffondere i messaggi sia il tuttologo della porta accanto, ma quando a fare l’annuncio è un sanitario, per di più con un ruolo apicale nel pronto soccorso cittadino in cui lavora, la cosa si fa preoccupante.

“Fate mettere la mascherina ai cinesi, anche se non sono stati in Cina”. Ma che razza di raccomandazione è? Un barese sospettato di essersi beccato il Coronavirus non è forse ugualmente da “mascherare”?. La mascherina non dovrebbe essere una precauzione generale? Il messaggio è degno della signora che l’altro giorno riferisce di aver saputo la notizia del secolo: “Quelli del negozio cinese vicino casa sono morti tutti, ma non si sa perché i cinesi non fanno il funerale”.

I mezzi per un eventuale contagio sono tanti, a meno che non vi siate chiusi in casa con le finestre serrate prima che scoppiasse l’allarme. E nemmeno in quel caso sareste completamente al sicuro, perché un cinese prima o poi in televisione appare, “sono miliardi stanno dappertutto”.