Video, selfie, interviste, showcooking e fama mondiale. Nella trasferta a New York, accompagnata dal sindaco di Bari Antonio Decaro, lady pasta è l’evangelizzatrice delle orecchiette condite con una delicata salsa abusiva. Una Nunzia apostolica, simpatica e cuoca eccelsa, diventata paladina di un mondo sommerso che ha saputo guadagnarsi il red carpet, le prime pagine delle testate giornalistiche e delle televisioni più glam.

Del resto, se politici, amministratori, magistrati, giornalisti, imprenditori e persino diversi commercianti mangiano aumma aumma nei bassi del centro storico, ciò a cui stiamo assistendo è la naturale conseguenza. Passato il messaggio che è tutto regolare o che in ogni caso lo stiamo regolarizzando nu’ muèrse a la volde (un poco alla volta), il prossimo passo – per la verità non il primo – è la diversificazione dell’offerta.

Su alcuni  “scaffali” si nascondono anche conserve, sott’olio, taralli e biscotti. Le ultime prelibatezze acquistate a Barivecchia sono finite, tanto per fare un esempio, nel pacco inviato da un professionista barese al figlio che vive e lavora all’estero. Vuoi mettere le pemmedure asseccàte (i pomodori secchi sott’olio). Una cosa talmente normale da non temere di far riempire il resto della confezione a un commerciante, al quale si chiedono prodotti per cui paga le tasse, dovendo garantire persino il rispetto di certe normuncole igienico-sanitarie.

Un commerciante che subisce a campione controlli dei Nas, della Asl, della Polizia Locale e della Guardia di Finanza. Un commerciante che, come qualunque altro collega, ha dovuto installare il nuovo registratore di cassa capace di contare anche quanti passi fa nel locale. Va tutto bene, per carità, ma potrebbe andare molto meglio se solo si cercasse di rendere più equo il trattamento riservato a chi tutti i giorni si apre la schiena per sopravvivere.

La vetrina data a Nunzia e a tutte le pastaie di Brivecchia non piace a tanti commercianti. Protestano, s’indignano sui social, ma nella vita non mordono. Per quanto ci riguarda sulla loro indignazione non scriveremo più una sola parola, perché a lavare la testa al ciuccio si perde tempo, acqua e sapone. Come chiunque altro parteciperemo alla colorata tarantella perché Bàare iè Bàare.