Il dibattito sulle orecchiette abusive di Barivecchia è diventato intercontinentale. Il crime of pasta è persino finito sulle pagine del The NewYork Times, mica bari.ilquotidianoitaliano.com. Eppure, nonostante le mille paternità assegnate, proprio da queste pagine è partito tutto.

A svegliare gli occupanti dei Palazzi dal lungo torpore è stata una notizia saputa per caso in pausa pranzo. “Se vai in corso Vittorio Emanuele e fai qualche domanda – dice il ristoratore del centro storico – saprai che qualche giorno fa hanno sequestrato tre chili di orecchiette fatte dalle signore di Barivecchia. Il collega non poteva dimostrarne la tracciabilità”.

Così, mangiata la salsiccia con contorno di patate e manco a dirlo un piatto di orecchiette industriali, ma tracciate, alle cime di rape, sono andato a verificare la cosa. Sono bastati poche centinaia di metri e qualche minuto per avere la conferma dal personale presente nel locale al momento dell’incursione. “Le orecchiette sono andate distrutte”. Per ulteriore verifica ho sentito il ristoratore al telefono: “Tutto vero, ma non farmi palare al microfono, la cosa è molto delicata e il momento pure”.

Il momento a cui faceva riferimento era quello in cui i controlli della Polizia Locale, a sentire gli operatori della città vecchia, non lasciavano respiro. Dal momento della pubblicazione, la notizia è stata ripresa dal mondo intero, nel senso letterale del termine, finendo persino sulle pagine del The NewYork Times.

La questione è diventata “improvvisamente” di dominio pubblico e il dibattito s’è infiammato, mettendo conservatori delle tradizioni contro sostenitori delle regole a tutti i costi. Da tempo, dopo aver raccontato le vite e le necessità di decine e decine di venditori abusivi baresi, abbiamo chiesto invano le ragioni della indiscriminata tutela delle orecchiette a cielo aperto, passaggio obbligato di croceristi e vanto generale, persino agli occhi di amministratori e pezzi da novanta in visita.

Non avessimo scovato la notizia, di cui non c’è stata traccia nelle comunicazioni ufficiali del Comune e della Polizia Locale, sarebbe filato tutto liscio come al solito. Le orecchiette non sono un crimine di sicuro, ma una soluzione va trovata come successo all’epoca delle fornacelle o si sta provando a fare coi venditori del sushi in salsa barese.