“Oggi sono a Bari vecchia fino a mezzanotte. Invece di prendere il video come i ladri vieni tu a farmelo direttamente. Però una raccomandazione. Pubblicami su un giornale che conta, non sulle cagate. Non mi far fare brutte figure. Ti pregooo. Proprio a perdere i punti”. E poi vai con la mitraglia di faccine dalla risata sguaiata.

A scrivere il messaggio – purtroppo privato e non pubblico -, diretto chissà a chi, è la vigilessa ripresa in un video postato su Facebook e subito dopo cancellato. La rappresentante della Polizia Locale il 27 ottobre scorso era stata immortalata alla guida della sua moto mentre era in servizio. Non sappiamo se il regista del video sia stato il collega di pattuglia con un cellulare o una go-pro, oppure un amico o persino un altro agente seduto dietro il suo compagno di pattuglia, magari un drone pilotato dal San Paolo.

Nel pezzo di accompagno a quel video non abbiamo fatto illazioni, ma ci siamo posti alcune sacrosante domande. Perché pubblicare simili video proprio ora che la Polizia Locale ha dichiarato guerra agli automobilisti indisciplinati, facendo strage di multe per la guida col cellulare? La vigilessa, mettendo il caso non abbia voluto rivolgersi a noi, ma a chi quel video ce l’ha mostrato, provoca, offende e sfida noi in prima persona. Così come fatto nella passata occasione, non pubblichiamo il nome e la bella faccia della poliziotta locale, perché non è una cosa personale. Non lo è mai stato, per esempio nella foto con il conducente al cellulare nell’auto di servizio (in movimento non ferma come detto da alcuni buontemponi), oppure nell’occasione dell’inatteso coming out della titolare del bar in via Timavo.

Al netto dello sfottò indiretto, non siamo riusciti ad avere alcuna risposta. Chi lo ha girato quel video? Perché l’esigenza di pubblicarlo sul proprio profilo facebook personale, dando agli “amici” la possibilità di rubarlo e nei commenti criticare la Polizia Locale in genere e non solo il suo eventuale discutibile comportamento? Ma soprattutto perché rimuoverlo dopo averlo pubblicato se tutto era stato fatto nel pieno rispetto del codice della strada e del buonsenso? Rinnoviamo le nostre domande, pubblicamente.

In questa triste vicenda l’unico cruccio è aver constatato che pesino il comandante della Polizia Locale di Bari, Michele Palumbo, non abbia inteso la profonda ragione del nostro agire, consigliandoci di andare a visita da uno psicoterapeuta. Il nostro non è un chiodo fisso, così come sappiamo che i telelaser non sono uno strumento per fare cassa. Vogliamo entrambi prevenzione.

Alla vigilessa chiediamo scusa se il video che la ritrae (seppure col volto oscurato) abbia totalizzato solo 19.000 visualizzazioni sul canale YouTube e appena 27.000 sul nostro giornale che non conta niente. In totale 46.000 visualizzazioni. Effettivamente poche rispetto a quelle di cui avrebbe potuto fregiarsi se a scatenare il dibattito fosse stato un giornale più glam e con più blasone.