Tutti quanti da piccoli abbiamo giocato a pallone per strada, tutti. E tutti quanti abbiamo almeno una volta nella vita rotto un vetro, una finestra, colpito una macchina di passaggio o roba simile. Quando lo facevamo noi, per prima cosa ci arrivava una sberla da mamma o papà, poi, trascinati per l’orecchio dal genitore di turno, dovevamo chiedere scusa e ripagare il danno coi soldi detratti dalla paghetta.

Oggi…beh…se oggi arriva la Polizia Locale per le continue pallonate contro le saracinesche dei negozi, o peggio volutamente addosso alle persone, allora gli agenti vengono presi a parolacce dai genitori dei nuovi baby vandali, gli stessi agenti elogiati pubblicamente poco prima per l’ottimo lavoro svolto in un’altra occasione. Discorsi da vecchi, della serie si stava meglio quando si stava peggio, ai tempi nostri era tutto diverso e via dicendo. Però all’epoca non si pestavano i professori per un brutto voto a scuola, giusto per fare un esempio.

Dopo quanto successo in piazza Risorgimento, nel quartiere Libertà, e dopo aver raccolto le voci della gente esasperata, abbiamo tirato quattro calci al pallone con dei ragazzini a Barivecchia. Il priscio neanche a dirlo, è quello di dare fastidio alle persone: “Perché il pallone è fatto così”.

Sarà, però la signora importunata ha pensato bene di sequestrare la palla incriminata, come si è sempre fatto e come avrebbero dovuto fare gli adulti in piazza Risorgimento. Si impara dagli esempi, e il teatro indegno messo in scena dagli adulti e a cui i piccoli hanno assistito, non è certo un valido modello educativo. Sempre che non si voglia allevare un vandalo. Allora sì, lo stai facendo nel modo giusto.