“Che faccia di merda questo giornalista, fa tanto il simpatico ma è uno schifoso. Spero che qualcuno un giorno lo tolga di mezzo”. Ennesima minaccia di chi proprio non riesce a tollerare i sepolcri svelati di una città malata. L’autore del commento è ovviamente anonimo. Non è il primo, non sarà l’ultimo.

I mafiosi da tastiera aumentano e ci hanno preso di mira. In questo caso la minaccia è il corollario dell’intervista a Michele, pregiudicato del quartiere Libertà che, senza costrizioni, ha voluto spiegarci il suo punti di vista sull’escalation di violenze denunciate. Sì, perché decine di episodi restano silenti. Sto ancora aspettando di sapere chi scrisse la lettera di minacce nell’agosto del 2013: “118 Loconte morto che cammina”.  Non lo saprò mai, così come resterà senza nome chi chiama nel cuore della notte o mi manda chiari segnali.

Dovesse succedermi qualcosa mettetemi addosso un maglione di cashmere ed in mano una candela. Niente fiori, vi prego, solo opere di bene a quanti chiedono un aiuto senza ricevere risposte, se non da una “faccia di merda”. Fino a quel giorno continuate a segnalare presunti appalti truccati, concorsi fasulli, truffe di ogni tipo, dilagante corruzione e persone in cerca di una minima dignità.