Mentre nel quartiere Carrassi si torna a uccidere, al Libertà di torna a sparare fuochi d’artificio. Ieri sera il 33enne pregiudicato Fabio Andolfi è morto per mano di due sicari che lo hanno raggiunto addirittura in casa, quella dei nonni dove era detenuto in regime di arresti domiciliari, un posto che in teoria lo avrebbe dovuto porre al riparo da tutto e tutti, oltre che proteggere la società da lui.

Poco più tardi, i cieli del quartiere Libertà sono stati nuovamente illuminati dai bagliori colorati dei “giochi pirotecnici”, fuochi d’artificio in genere sparati per celebrare santi, ma ormai anche matrimoni, compleanni, battesimi, uscite dal carcere per fine della pena e perfino omicidi. La segnalazione ci arriva da alcuni residenti di via martiri d’Otranto, non abbiamo purtroppo immagini, ma nemmeno motivi per dubitare. Non sappiamo in effetti se i due episodi siano collegati, l’omicidio e “gli spari”, ma la concomitanza è quanto meno sospetta.

Del resto, non è la prima volta che Bari offre questo triste spettacolo, è già successo più volte nel recente passato della città. Un modo per i clan, ormai lo sappiamo, di affermare la propria supremazia. Fino al prossimo morto in casa. Allora saranno i rivali a festeggiare. A perdere, come al solito, saranno i cittadini onesti.