“Il cambiamento deve essere prima di tutto da parte di noi cittadini”. La morte dell’84enne Anna Rosa Tarantino, vittima incolpevole dei colpi sparati dalla malavita locale per il controllo dello spaccio di droga a Bitonto, oltre all’ormai solito clamore mediatico, forse ha scosso le coscienze di qualcuno. Il dubbio è legittimo e più che giustificato.

Martedì ci sono stati i funerali dell’ennesima innocente, le strade del paese sono presidiate dalle Forze dell’Ordine, ma c’è molto lavoro da fare. Se anche i cittadini “normali”, quelli che non appartengono ai clan, sentono di poter girare tranquillamente senza assicurazione e senza targa, vuol dire che qui è andato perso completamente il senso di rispetto della Legge. Lo Stato, quello con la lettera maiuscola, ha ceduto il passo ai criminali da parecchio.

“Ministri e Istituzioni devono fare la loro parte, ma prima di tutto tocca a noi”. La questione non è dunque militarizzare o meno il territorio, ma ripartire dal basso, dalle piccole cose, dai gesti di civiltà andati ormai smarriti, come quello di non buttare per terra le carte.

Bitonto, una parte almeno, vuole rialzare la testa. Per farcela, ha bisogno dell’aiuto di tutti, ma prima di ogni altra cosa deve credere in se stessa, deve capire che non è lasciandosi comandare dal clan più forte che le cose miglioreranno per tutti. Anzi.