Un bluff. Non ci sono altri termini per definire l’arrivo a Bitonto di 100 uomini “da tutta Italia”, annunciato in pompa magna nei giorni scorsi. A dirlo non siamo noi, ma elementi stessi delle Forze dell’Ordine, uomini e donne che ogni giorno indossano la divisa per difendere i comuni cittadini.

I rinforzi sbandierati, stando a quanto ci dicono, altro non sarebbero che agenti e militari già presenti da tempo sul territorio, una parte di questi dislocati da Bari a Foggia, dove si trovano in servizio attualmente, e da dove saranno spostati, in direzione Bitonto, come pedine degli scacchi.

Dagli uffici, distratti dai loro compiti di Polizia Giudiziaria, alcuni saranno mandati a Bitonto, una sorta di presenza scenica, come le famose mucche di Mussolini nel periodo del fascismo. Del resto, non potrebbe essere altrimenti, dato che non si ha notizia di nuove assunzioni tra le Forze dell’Ordine, già pesantemente sotto organico come tutti sanno e come dicono le organizzazioni sindacali.

Ancora una volta, a dirlo non siamo noi. Prova ne sia il fatto che a Bari ci sarebbe addirittura il problema di coprire i turni di vigilanza della Questura. Per quanto ne sappiamo, in tutta la città ci sono non più di 3-4 volanti per turno. Sei-otto agenti per tutto il Capoluogo. Davvero troppo pochi.

Più volte, i sindacati di polizia hanno affermato pubblicamente che il personale sul territorio è gestito male, più volte hanno fatto notare che sono in difficoltà serie per quanto riguarda la dotazione di mezzi e divise. Più volte hanno lanciato grida d’allarme per una “situazione Giustizia e ordine pubblico” sull’orlo del precipizio.

L’arrivo, diciamo così, di questi rinforzi, non è a costo zero. Anzi. A conti fatti, si tratta davvero di tanti soldi, che forse, stando a quanto ci dicono dall’interno di caserme e questure, potevano essere spesi meglio. Del resto, appena pochi giorni prima dei  tragici fatti di Bitonto, il ministro Minniti in visita a Bari aveva detto che non servono rinforzi. Adesso “ne manda” ben 100. Delle due, l’una: o aveva torto prima, oppure sta sbagliando adesso.