Quel gran genio di Giuseppe del Buono ci aveva visto lungo con la sua ruota di focaccia sul lungomare. Aveva commesso un unico errore: l’aveva sistemata a Pane e Pomodoro e non in largo Giannella. Una ruota panoramica, però, resta una ruota panoramica, con o senza pomodoro.

È per questo che non riusciamo a comprendere cosa abbia di diverso quella patrocinata dalla Camera di Commercio dalla giostra che alcuni imprenditori avevano chiesto di sistemare nello stesso punto un paio d’anni fa. All’epoca il Comune di Bari la trovò inadeguata, oggi piace o se la fa piacere e per questo mette in piedi una campagna di comunicazione coi controfiocchi.

Ora, come all’epoca dell’inaugurazione del ponte Adriatico, quello di Deodato o del Cimitero per intenderci, l’eccesso di felicitazioni appare evidente. Per quasi quattro mesi la ruota girerà incessantemente, portando un bel gruzzolo di soldi nelle tasche dei proprietari. Sì,  perché il biglietto per accomodarsi in cabina non avrà certo un costo popolare.

Attenzione, non stiamo criticando la scelta di portare la ruota a Bari, in fondo è una cosa che attrarrà persone più di una mostra d’arte, un concerto di musica classica, una serata di poesia o danza, ma attribuirle la potenza salvifica sulle sorti della Città Metropolitana, seppure solo sulla carta visto il decentramento al palo, è esagerato. Così come era evidentemente fuori strada chi diceva che dal ponte Adriatico si sarebbe potuta ammirare la città dall’alto. A Bari la smemoratezza è la malattia più diffusa.

Da largo Giannella il panorama sarà meraviglioso: la città vecchia, il mare, l’orizzonte, ma dobbiamo fare attenzione a non farci distrarre. Dall’alto i problemi scompaiono, la città rischia di sembrare perfetta. L’idea è buona, seppure temporanea, ma resta pur sempre, per chi se lo potrà permettere, un giro su una giostra.