A sentire alcuni organizzatori, la Nissan Micra che domenica scorsa ha creato scompiglio tra la folla accorsa a Melfi per la sagra della castagna, scatenando le proteste di numerosi presenti, sarebbe di proprietà di un operaio che aveva appena scaricato alcune attrezzature per conto degli organizzatori. La circostanza è stata segnalata almeno da tre distinte persone ben informate sui fatti.

Dal momento successivo alla pubblicazione del nostro articolo, ripreso poi da alcune testate locali, però, abbiamo letto un’altra versione dei fatti. Una donna, che ad una prima analisi non risulta essere la proprietaria della Nissan Micra, intestata invece ad una 29enne, ha scritto su Facebook che l’auto era lì perché sua figlia non stava bene e quindi avrebbe dovuto accompagnarla in ospedale. Chi è stato alla sagra della castagna di Melfi almeno una volta nella vita sa bene che transitare con l’auto è praticamente impossibile per via della moltitudine di visitatori, quindi bene avrebbe fatto la mamma in apprensione a chiamare prontamente il 118. I soccorritori, a piedi o con l’ambulanza, sarebbero intervenuti in modo più tempestivo.

Mettiamo, però, che la seconda versione sia quella vera. In tanti ci chiedono come stia adesso la bambina e se sia effettivamente riuscita a raggiungere l’ospedale con quell’auto, a detta dei difensori d’ufficio presente in via straordinaria. Nonostante tutto non abbiamo avuto notizia di fatti di cronaca tali da giustificare la Nissan in quel punto. Tra le altre cose, poi, abbiamo letto che il giornalista che ha scatenato il putiferio si sarebbe comportato male, senza però specificare in che modo sia stato maleducato.

Anche questa circostanza merita alcune precisazioni. Chi ha girato il filmato non è un giornalista, ma un semplice visitatore e non ha mancato di rispetto a nessuno, men che meno gli si sarebbe potuto impedire di girare qualsiasi tipo di video in quel luogo pubblico.

Accanto all’auto incriminata, che in ogni caso non doveva essere in mezzo alla folla, c’erano due Carabinieri a garanzia di tutti. Ai militari quell’assurda presenza non sarà certamente sfuggita. L’episodio ha confermato che la sicurezza, per quanti ordini di servizio possano emanare le Prefetture competenti, dipende da chi quegli eventi li organizza e da quanti sono chiamati a vigilare affinché tutto vada per il verso giusto. E quell’auto andava decisamente nella direzione opposta a quella del buonsenso.