Siamo in grado di mettere una pietra tombale sulla faccenda dell’auto ripresa tra la folla alla sagra della castagna di Melfi, per di più proprio davanti alla via di fuga. Peccato, aver assistito al circo delle giustificazioni, avvallate persino da alcune persone vicine all’amministrazione comunale e agli organizzatori della Pro Loco.

Giustificazioni azzardate, come quella della pseudo proprietaria del mezzo, convinta di far credere di essere stata costretta a quel gesto per accompagnare la figlia malata in ospedale. Invece eccola qui la verità. Non parliamo della nostra versione, sia chiaro, ma quella fornita in presa diretta dal conducente del mezzo, chiamato a spostare l’auto per la seconda volta, essendo stata parcheggiata nella prima occasione propria davanti ad un’attività commerciale, comunque in mezzo alla folla.

Bene, a chi gli chiedeva se quello fosse un mezzo del servizio d’ordine pubblico risponde: “Faccia poco lo spiritoso, la macchina è dei signori che suonano”. Lasciamo perdere le offese e le minacce neppure tanto velate in stile: “Dopo ti faccio vedere io”. Lasciamo perdere il fatto che al cittadino che ha denunciato l’accaduto volevano prima impedire di riprendere la scena col suo telefonino e poi farlo passare per un “pirla”.

Lasciamo perdere le offese ricevute privatamente su Facebook dal presunto marito della presunta mamma della presunta figlia da accompagnare in ospedale. Certo, dai rappresentanti delle istituzioni ci si aspetterebbe piuttosto un atteggiamento diverso, votato alla verità dei fatti e quindi alle scuse nel caso di una palese superficialità come questa, non il trincerarsi dietro scuse maldestre. Risolto il giallo, che purtroppo si è rivelato un noir dal finale incerto.