Da un lato la bellezza delle orecchiette, dall’altro la faccia brutta delle periferie. Dopo alcuni servizi da cartolina sulla città di Bari andati in onda quest’estate, arrivano due sberle.

La prima è uno spaccato della periferia barese, quella del quartiere Libertà, descritto senza peli sulla lingua dalla trasmissione “Presa Diretta”, in onda su Rai 3. Finti circoli ricreativi, fuochi d’artificio, feste private su suolo pubblico, criminalità piccola e grande, padrona di un pezzo di Bari, a due passi dalla movida e dalla città tutta da bere. E poi la mancata integrazione con i tanti migranti e clandestini che abitano nei palazzi fatiscenti.

La faccia forse peggiore rispetto a quella per forza pulita che si deve dare sempre e comunque per non aumentare la già alta percezione di insicurezza.

L’altra sberla arriva dalle Iene, la trasmissione in onda su Italia 1. Il caso è quello del cosiddetto “palazzo della morte”, al civico 16 di via Archimede, al quartiere Japigia. Un palazzo in cui l’incidenza della mortalità tra gli inquilini è del 27 per cento, persino più dell’Ilva fatte le dovute proporzioni.

La magistratura sta indagando per risalire alle cause del dramma dei residenti, in un quartiere dove non mancano le fonti di inquinamento, non solo ambientale come la ex Fibronit in fase di neutralizzazione e il mistero della “montagnola”, il parco pubblico sotto cui nessuno sa con esattezza cosa sia stato sepolto. Un posto dove la criminalità non abbassa la testa.