Una veduta dello stadio all'uscita del tunnel degli spogliatoi

Sono tutti signori e nessuno parla per primo, davvero un peccato. Sì, perché siamo di fronte all’ennesimo matrimonio finito a piatti in faccia. Del resto, se apertamente pensi male del partner, è difficile che la separazione possa essere consensuale. Non ci fosse stato astio tra staff sanitario e società biancorossa, sarebbe stata convocata di certo una conferenza stampa congiunta, in cui ai giornalisti veniva data in pasto una versione concordata e senza strascichi. E vissero tutti felici e contenti, pure i tifosi.

Anche sentendo le parti in causa, senza virgolette, nessuna chiarezza, solo mezze parole e la “minaccia” di spiattellare tutto prima o poi. Va bene, ma tutto cosa? Perché la scelta di lasciare la squadra come la zita di Ceglie alla vigilia della partita col Cittadella? C’è stato un preavviso? La società ha sottovalutato? Il Bari deve qualcosa allo staff sanitario? Cosa viene imputato ai medici del Bari e di cosa i medici accusano la società? Perché prendere la decisione venerdì e non il lunedì precedente o successivo? Cos’è successo davvero? Per il momento si può solo ipotizzare, senza mettere etichette a nessuno.

Al centro della diatriba probabilmente ci sono anche vecchie pendenze mai risolte dell’era Paparesta, ma c’è soprattutto un clima di sfiducia reciproca. A palesarlo sarebbe stato il direttore sportivo durante la cena natalizia coi giornalisti. Un collega, infatti, avrebbe messo in dubbio la gestione sanitaria dei casi Martinho, Monachello e Ivan. Il direttore, però, non solo non avrebbe detto al giornalista di stare al suo posto, ma avrebbe annuito dando ragione a quella tesi. Certo, poi viene smentito tutto, come al solito, per il bene della squadra, la tranquillità dell’ambiente e dei tifosi, perché alla fine si fa sempre tutto per loro, che da 109 anni si dannano l’anima per quei colori.

I casi Monachello e Ivan sono stati gestiti dalle società di appartenenza dopo essere stati presi in carico dallo staff barese solo in prima battuta, così hanno detto in conferenza stampa anche l’allenatore e l’addetto stampa dell’F.C. Bari. C’è poi uno staff medico composto da numerosi professionisti, con diversi consulenti, a quanto pare degno di una squadra di serie A. Non siamo noi a dirlo. Tutto e il contrario di tutto, in un clima confuso e dannoso.

I tifosi, quelli che si chiamano in causa ad ogni piè sospinto, aspettano chiarezza. Senza quella ci saranno sempre pendenze personali ed economiche. Sospesi buoni solo affinché le parti in causa, qualunque esse siano, possano appellarsi per giustificare le ragioni di una scelta, che ha certamente radici più profonde.